Tanti i musicisti, molti i ragazzi che sono entrati a far parte del gruppo, ci sono anche due faccette dispettose che mi piacciono; si parte di gran lena, si attraversa il paesello fino ai giardini pubblici, dove c'è il monumento a ricordo del dolore della guerra, si posa la corona.
Il Sindaco ha tenuto un discorso agile e interessante per il 72esimo anniversario della Liberazione: siamo liberi e democratici, protetti da una Costituzione, ma ci manca un lavoro, una classe politica degna di questo nome, un impegno costante e duraturo di tutti contro la corruzione, non ci servono i "mi piace" in politica, ci servono azioni buone, Buon Governo, più concrete e, come dargli torto, meno tasse. Anche l'Europa faccia il suo dovere per rialzare le Nazioni.
Sin qui tutto chiaro, limpido e inespugnabile - senza entrare nello specifico della politica - perché allora si chiede e si parla senza concreta responsabilità onnicomprensiva?
Festeggiamo la Liberazione, da chi e da cosa, i nostri ragazzi lo sanno, lo studiano solo o capiscono? Crediamo veramente in certi calori?
Si può parlare ancora di Patria?
Abbiamo bisogno di fiducia, di onestà, di lavoro per costruire un futuro per i nostri figli, senza dimenticare il passato mai: la guerra, la morte, lo sterminio, la libertà negata, il dolore, l'angoscia, la povertà, la fame...
Parliamone alle nuove generazioni, raccontiamo i fatti, leggiamo i libri e riflettiamo sulle nostre categoriche prese di posizione.
Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Nessun commento:
Posta un commento