Libreria che è una chicca, nei pressi del centro di Viterbo; grande manifestazione di arte e cultura nelle tante sfaccettature, grande occasione per ascoltare ancora una volta la mia scrittrice preferita, Dacia.
Appuntamento ore 18:30 e si comincia in orario per rispettare una scaletta che prevede ogni ora un incontro; si entra dopo aver pagato un biglietto di 4 euro a persona: Dacia sta seduta su una grande poltrona di pelle marrone in fondo a destra, piccola mi sembra, sempre bella, ben pettinata e curata nel suo aspetto arricchito da una giacca azzurra e una camicia bianca, eleganza innata.
Si presenta un libro sulla Sicilia scritto da Murrali, seduto accanto alla signora.
Si parla della Sicilia e del Giappone, di ricordi infantili, della fame, della mentalità italiana, ma anche della famiglia di Dacia. Una splendida donna, ricca di parole, di immagini evocate e di aneddoti, una cultura strepitosa, una carriera ricca, tanto coraggio.
La scrittrice nella terra della famiglia materna non possiede più nulla, ma ritorna piacevolmente: non può dimenticare Palermo o Bagheria e ce ne descrive le trasformazioni, le violenze criminali e il nuovo corso che dovrebbe portare ad un miglioramento, menziona spesso i giudici morti per combattere la criminalità e tutti quelli che si sono opposti alla mafia.
Un fiume in piena, una donna forte che incanta il pubblico per la maggior parte composto di donne: tutti ascoltiamo, occhi puntati su di lei, un piacere la narrazione, lucida e attenta, un'analisi storica della realtà isolana che lascia ben pochi dubbi e tanto rammarico.
Alla fine un lungo applauso e la mia signorina che si avvicina con il suo quaderno e chiede un autografo, come un tesoro prezioso.
Bello.
https://www.movemagazine.it/eventi/dacia-maraini-ospite-a-caffeina-festival/
sabato 30 giugno 2018
METTI UNA SERA ALLA ROCCA
Credo che nessuno dei miei 1702 articoli abbia riscosso tanto successo social come quello sui commercianti del Rione Rocca: siamo a 1426 visualizzazioni e 19 condivisioni su FB, in assoluto è il quarto più letto - dopo uno su Venditti, uno sul diploma di merito donatomi dal sindaco e uno sullo "scempio di piazza".
La giornata di venerdì è cominciata con i ringraziamenti di Cristian F. e un omaggio buono per la mia famiglia, per poi proseguire con splendide parole di lode di tutti gli organizzatori dell'apericena sotto le stelle sulle piazzette. Non dovete ringraziarmi, sono io che ringrazio voi per aver dimostrato che l'unione fa la forza, che le buone idee si trasformano in ottimi risultati e che i giovani al paesello ci sono, hanno voglia di fare e soprattutto far bene. Mi hanno riferito che l'iniziativa ha riscosso un ottimo successo e se il mio articolo ha contribuito in qualche modo a divulgare l'invito a partecipare ne sono onorata.
Interessante e coinvolgente lo spettacolo delle 21:30 in piazza Marconi, per tutti piazza Macello: sul palco si sono esibiti musici e danzatori egizi, in abiti tipici dai colori sgargianti e con ritmo travolgente di tamburi e strumenti a fiato: un'ottima occasione per avvicinarci e conoscere altre culture, organizzata da GEA, grande e importante realtà del nostro territorio.
Una splendida serata, dunque, che credo abbia accontentato tutti per il buon cibo, il bere gradito e la musica giusta per catturare i curiosi che piano piano sono sopraggiunti a battere le mani a ritmo; alla fine i pargoli ed io abbiamo anche tentato la fortuna, dal momento che ogni organizzatore ha messo in palio un premio per una succulenta lotteria da sette estrazioni. Naturalmente non abbiamo vinto nulla e allora per consolarci ci siamo fermati nella gelateria di piazza, anche se era tardi e tirava un piacevole venticello: come rinunciare al cono con la cialda?
Al paesello non manca proprio nulla per farsi coccolare, peccato che tanti spesso se ne dimentichino.
AD MAIORA
giovedì 28 giugno 2018
QUELLI DE LA ROCCA
Chi mi segue, quei pochi affezionati lettori di codesto casalingo blog, lo sa bene che con il mio paesello certe volte non ci vado proprio leggera, anzi...
Invece quest'oggi vorrei commentare con voi di un paio di fatti veramente eccezionali, importanti, imperdibili: il risveglio del Rione più antico, quello più scomodo, un po' bistrattato, accantonato negli ultimi tempi perché non funzionale, in salita, avulso dalla vita convulsa quotidiana e anche poco giovanile.
Per il fine settimana invece qualcosa si sta muovendo, anzi più di qualcuno ha organizzato; due eventi e dico due da mettere in calendario: per venerdì pomeriggio un incontro tra amici, conoscenti, avventori, clienti e frequentatori a base di buon cibo e bevande, quello che ormai si chiama apericena.
Si tratta di un magnifico accordo tra i commercianti di due piazzette limitrofe, appena passato l'arco d'entrata al centro storico: piazza Marconi - per tutti piazza Macello - e la fontana Tonna, quella che porta alla chiesa di Sant'Eutizio.
Per sabato pomeriggio invece, due signore hanno organizzato l'apertura del loro nuovo negozio/laboratorio artigianale di pasta fresca; non solo perché sono amiche e compaesane, ma perché sono temerarie e toste, meritano il nostro consenso e il nostro incoraggiamento.
Qualcosa finalmente si muove, soffia un vento nuovo di idee e rinnovamento, di audacia e imprenditorialità, di voler fare oltre che il solito e infruttuoso parlare.
Che non si dica che al paesello non accade mai nulla, che non si cerchino scuse e imprevisti, che non si faccia finta di nulla: bisogna partecipare, esserci, investire nelle nostre piccole e grandi iniziative e attività.
Sono dalla parte del piccolo contro il grande, del paesello contro la città, del negozietto familiare contro la grande distribuzione, del particolare e unico contro il solito e anonimo, per supportare chi ci prova, chi investe, chi crede nelle proprie idee e capacità, chi non lascia morire di tedio, solitudine e inattività il paesello mio.
AD MAIORA
mercoledì 27 giugno 2018
ULTIMA CHIAMATA
E niente, domani onorerò l'ultimo impegno da insegnante, siamo veramente giunti alla fine... Ed è stato bellissimo! E bellissimo non si deve usare, lo ripeto ogni volta che posso ai miei alunni.
Ho lavorato per tutto l'anno scolastico, da settembre a giugno, prima occasione senza alcuna interruzione, chi l'avrebbe mai detto!
Ho avuto modo di instaurare con i bambini di prima un ottimo rapporto, anche con quelli di seconda; mentre con la terza è stato veramente difficile: grandi, esuberanti, abituati ad altri modi e altri voti...
Ho messo tutta me stessa, forse non sarà stato sufficiente, non basta l'entusiasmo servono anche tanta esperienza, capacità critica e spalle grosse.
Tutti i ragazzi mi mancheranno, veramente; certe mamme molto meno; non pretendo che mi si ringrazi, per il mio lavoro sono ben pagata dallo Stato, ma certo avrei ben gradito ogni tanto qualche grazie, magari per i settanta e passa volumi donati alla biblioteca di scuola, creata dal nulla senza chiedere alcun contributo; magari un grazie per tutti gli elaborati e le prove assegnati per casa e corretti uno ad uno, personalizzati. Invece sembra sia più facile ed immediato lamentarsi con i piani alti dell'insufficienza scritta ottenuta, piuttosto che cercare le motivazioni interne e risolvere i problemi, dileguare le nubi dell'ignoranza...
Quando ti ritrovi catapultato in un buon gruppo, in cui si sviluppa affinità; quando senti di non essere solo, ma supportato dagli altri più esperti e disponibili; quando ad ogni problema si trova insieme una soluzione; quando al mattino ci si ritrova per due chiacchiere e uno scambio di battute prima di un bel respiro profondo e l'immersione nella tana dei leoni, allora ti puoi reputare fortunato.
Ho insegnato italiano: letto, parafrasato e impersonato le imprese di Achille, Ulisse ed Enea, ho analizzato aggettivi, aggiustato congiuntivi, torturato con terzine dantesche a memoria, assegnato lavori di gruppo, ho votato la recitazione più intrigante, applaudito per l'opera in dialetto più divertente; ho spiegato i versi di Ungaretti, mi sono commossa con Montale e Levi e infine ho esaminato.
Mi sono appassionata sempre di più al mio ruolo, ho affibbiato nomignoli ai migliori/peggiori, ho terrorizzato con avvisi e note, ho raccolto molti consensi ma anche tante critiche da parte degli alunni e quindi dei genitori. Ho vissuto nel terrore di scadenze, scartoffie, programmi rispettati, circolari ultimatum e griglie di valutazione; ho partecipato a concorsi e progetti per cui le classi hanno ottenuto riconoscimenti e menzioni. Sono onorata di aver fatto parte di quel gruppo di lavoro di una sede distaccata che ogni giorno ha cercato la rivincita.
Ho dato tanto, spero lo abbiano percepito i miei ragazzi.
Ho lavorato per tutto l'anno scolastico, da settembre a giugno, prima occasione senza alcuna interruzione, chi l'avrebbe mai detto!
Ho avuto modo di instaurare con i bambini di prima un ottimo rapporto, anche con quelli di seconda; mentre con la terza è stato veramente difficile: grandi, esuberanti, abituati ad altri modi e altri voti...
Ho messo tutta me stessa, forse non sarà stato sufficiente, non basta l'entusiasmo servono anche tanta esperienza, capacità critica e spalle grosse.
Tutti i ragazzi mi mancheranno, veramente; certe mamme molto meno; non pretendo che mi si ringrazi, per il mio lavoro sono ben pagata dallo Stato, ma certo avrei ben gradito ogni tanto qualche grazie, magari per i settanta e passa volumi donati alla biblioteca di scuola, creata dal nulla senza chiedere alcun contributo; magari un grazie per tutti gli elaborati e le prove assegnati per casa e corretti uno ad uno, personalizzati. Invece sembra sia più facile ed immediato lamentarsi con i piani alti dell'insufficienza scritta ottenuta, piuttosto che cercare le motivazioni interne e risolvere i problemi, dileguare le nubi dell'ignoranza...
Quando ti ritrovi catapultato in un buon gruppo, in cui si sviluppa affinità; quando senti di non essere solo, ma supportato dagli altri più esperti e disponibili; quando ad ogni problema si trova insieme una soluzione; quando al mattino ci si ritrova per due chiacchiere e uno scambio di battute prima di un bel respiro profondo e l'immersione nella tana dei leoni, allora ti puoi reputare fortunato.
Ho insegnato italiano: letto, parafrasato e impersonato le imprese di Achille, Ulisse ed Enea, ho analizzato aggettivi, aggiustato congiuntivi, torturato con terzine dantesche a memoria, assegnato lavori di gruppo, ho votato la recitazione più intrigante, applaudito per l'opera in dialetto più divertente; ho spiegato i versi di Ungaretti, mi sono commossa con Montale e Levi e infine ho esaminato.
Mi sono appassionata sempre di più al mio ruolo, ho affibbiato nomignoli ai migliori/peggiori, ho terrorizzato con avvisi e note, ho raccolto molti consensi ma anche tante critiche da parte degli alunni e quindi dei genitori. Ho vissuto nel terrore di scadenze, scartoffie, programmi rispettati, circolari ultimatum e griglie di valutazione; ho partecipato a concorsi e progetti per cui le classi hanno ottenuto riconoscimenti e menzioni. Sono onorata di aver fatto parte di quel gruppo di lavoro di una sede distaccata che ogni giorno ha cercato la rivincita.
Ho dato tanto, spero lo abbiano percepito i miei ragazzi.
lunedì 25 giugno 2018
CELLENO, FANTASMA
Pomeriggio domenicale, famiglia in gita.
Ci allontaniamo poco, la strada è anche comoda, con una mezz'ora si arriva a destinazione, si parcheggia lungo la strada principale senza pagare balzello. In lontananza avvistiamo un gruppo di persone, sembra una visita guidata, poi avvicinandoci riconosciamo il neoeletto sindaco di Sutri, Vittorio Sgarbi, in visita al paese, sembra per accordare il pensiero viterbese/una politica comune/un sostegno forte... Capelli bianchi, in manica di camicia, proprio come si vede in televisione, un po' di pancetta e più basso del previsto, non ci avviciniamo per vergogna né lo fotografiamo.
La nostra visita comincia da un negozietto di ricordini e prodotti gastronomici, poi giriamo in sotto per fotografare palazzi turriti avvolti da verde edera; silenzio, nell'arrampicarsi tra i pochi palazzi in piedi, muri crollati, recinzioni, transenne... Ci raggiunge un volontario, un signore in pensione che ci offre un pieghevole del paese e ci illustra in poche parole la storia del castello, la morte del proprietario e la riapertura al pubblico del bene, ormai diroccato. Fervono i lavori, in azione gli escavatori, percorso comunque sgombro e pulito nei vicoli, invece nella parte sterrata, dove il cammino è indicato dalla staccionata, fino al belvedere e ritorno, procedere risulta più avventuroso e divertente.
Un panorama meraviglioso, un posto magico per i pargoli, che guardano e scoprono incuriositi, disponibile il signore che ci illustra vari punti strategici, ci informa sugli appuntamenti anche del presepe vivente.
Per la pausa gelato ci fermiamo all'unico bar della piazzetta iniziale, che offre gusti interessanti come "ciliegie di Celleno", poi visita ad un convento restaurato e riveduto in forma di accoglienza semi privata
Per cena cerchiamo via internet e ci affidiamo ad una pizzeria che parla napoletano, da raggiungere percorrendo strade di campagna, ottima scelta casuale: bordo consistente, alto e morbido, impasto ottimo, buone materie prime e prezzo soddisfacente.
Gita consigliata agli avventurosi, a chi si incammina facilmente e senza lamentele, a chi ha voglia di scoprire e fotografare molti punti interessanti; vale la pena girare per la provincia per valorizzare i piccoli borghi, per non lasciarli morire di solitudine, per donare speranza di vita e di lavoro a chi ostinatamente rimane sul posto, abbarbicato alle proprie radici.
Ci allontaniamo poco, la strada è anche comoda, con una mezz'ora si arriva a destinazione, si parcheggia lungo la strada principale senza pagare balzello. In lontananza avvistiamo un gruppo di persone, sembra una visita guidata, poi avvicinandoci riconosciamo il neoeletto sindaco di Sutri, Vittorio Sgarbi, in visita al paese, sembra per accordare il pensiero viterbese/una politica comune/un sostegno forte... Capelli bianchi, in manica di camicia, proprio come si vede in televisione, un po' di pancetta e più basso del previsto, non ci avviciniamo per vergogna né lo fotografiamo.
La nostra visita comincia da un negozietto di ricordini e prodotti gastronomici, poi giriamo in sotto per fotografare palazzi turriti avvolti da verde edera; silenzio, nell'arrampicarsi tra i pochi palazzi in piedi, muri crollati, recinzioni, transenne... Ci raggiunge un volontario, un signore in pensione che ci offre un pieghevole del paese e ci illustra in poche parole la storia del castello, la morte del proprietario e la riapertura al pubblico del bene, ormai diroccato. Fervono i lavori, in azione gli escavatori, percorso comunque sgombro e pulito nei vicoli, invece nella parte sterrata, dove il cammino è indicato dalla staccionata, fino al belvedere e ritorno, procedere risulta più avventuroso e divertente.
Un panorama meraviglioso, un posto magico per i pargoli, che guardano e scoprono incuriositi, disponibile il signore che ci illustra vari punti strategici, ci informa sugli appuntamenti anche del presepe vivente.
Per la pausa gelato ci fermiamo all'unico bar della piazzetta iniziale, che offre gusti interessanti come "ciliegie di Celleno", poi visita ad un convento restaurato e riveduto in forma di accoglienza semi privata
Per cena cerchiamo via internet e ci affidiamo ad una pizzeria che parla napoletano, da raggiungere percorrendo strade di campagna, ottima scelta casuale: bordo consistente, alto e morbido, impasto ottimo, buone materie prime e prezzo soddisfacente.
Gita consigliata agli avventurosi, a chi si incammina facilmente e senza lamentele, a chi ha voglia di scoprire e fotografare molti punti interessanti; vale la pena girare per la provincia per valorizzare i piccoli borghi, per non lasciarli morire di solitudine, per donare speranza di vita e di lavoro a chi ostinatamente rimane sul posto, abbarbicato alle proprie radici.
domenica 24 giugno 2018
PER IL SUO BATTESIMO
E anche questa mattina non ci siamo fatti mancare qualche lacrima, così giusto per ricordarci quanto sia importante la famiglia, il ritrovarsi in una splendida occasione di amore e di festa. Il piccolo di casa, l'ultimo arrivato, oggi è stato battezzato, proprio nel giorno in cui si ricorda San Giovanni Battista e tutte le letture della celebrazione ricordano la maternità e la meraviglia della vita.
E niente, ho letto qualche riflessione per i giovanissimi genitori di Nathan, Luca e Valeria, gli occhi sono diventati lucidi, qualche singhiozzo qua e lá, ma di pura gioia per il miracolo stretto alle loro braccia.
E niente, ho letto qualche riflessione per i giovanissimi genitori di Nathan, Luca e Valeria, gli occhi sono diventati lucidi, qualche singhiozzo qua e lá, ma di pura gioia per il miracolo stretto alle loro braccia.
Arriva
un bimbo e non si dorme più come e quanto si vorrebbe, non si ha un
momento di libertà personale; non si parla più a voce alta, i ritmi
dell’esistenza cambiano, il corpo della donna si trasforma, nulla
sarà come prima... ed è bellissimo!
Come non sorridere guardando i
suoi occhi, le smorfie per il mal di pancia, il primo sorriso o
l’espressione della bocca sofferente?
Valeria
e Luca stringono tra le braccia il loro tesoro più prezioso e sono
pronti a sostenerlo, aiutarlo, correggerlo e amarlo
incondizionatamente, Luca e Valeria sono giovani, premurosi e
scrupolosi genitori: hanno accolto il piccolo con grande gioia, un
dono che non ha eguali nella vita, si sono completati.
Stavo riflettendo su questa
nuova vita, questa splendida creatura che il Signore ci ha donato,
nella nostra numerosa famiglia, sul mistero della nascita, su quanto
sia meraviglioso ogni volta ascoltare il battito del cuoricino,
l’inizio di una nuova esistenza alla prima ecografia.
Ogni bimbo ha
il diritto ad una famiglia che lo accolga e lo ami, non servono trine
e merletti, ricami d’oro o d’argento, il vero amore non si misura
con l’apparenza, con il possedere o il mostrare quanto si è
ricchi, perché un figlio è la sola ricchezza che conta.
E siamo
tutti qui riuniti solo per lui, per quel piccolo ometto lì che così
piccolo e indifeso lo è solo all’apparenza, perché riesce a
tenere tutti svegli se piange, in allarme se sta male, fa sciogliere
i cuori con un sorriso, per non parlare dei primi gorgheggi di
parole, per cui tutti fanno silenzio e ascoltano le parole che cerca
di pronunciare, anche se poi non sono parole…
Il
nostro futuro sono i bambini, che saranno gli adulti di domani, a cui
affideremo questo pazzo mondo, le idee, i valori, i raggi di sole
dorati all’alba e il tramonto rosso dietro le montagne, l’azzurro
del mare e il verde degli alberi con tutto l’amore di cui saremo
capaci.
DANZANO, LORO
Fine serata, notte fonda, sorseggio la mia tisana calda, tutti dormono.
Saggio finale andato: tutti bravi, emozionati, le mamme isteriche al punto giusto, intoppi praticamente nulli, certo la presentatrice poteva fare qualcosa di meglio, comunque.
Strana sensazione vivere il dietro le quinte, ansia e adrenalina che sfiorano indici terribili nel giro di qualche minuto: tutto il pomeriggio scorre via bene tra spazzole, pettini, laccetti, lacca, pennelli, ombretti, ciglia finte, poi le lancette indicano le venti e tutto comincia a vorticare. Chi corre da una parte, chi schizza via dall'altra; chi ha fame, sete, caldo; chi vuole vestirsi, chi cerca la mamma, chi rincorre la nonna con la pizza, chi perde le trecce. L'ultima ora aumenta il volume delle voci, le bimbe non camminano, zampettano, saltellano, la maestra chiama, si raccomanda, spiega da dove si entra e soprattutto da dove si deve uscire.
Tutti ripassano la scaletta, la scaletta: musica - gruppo - abito - accessori, roba da impazzire.
Bravissimi tutti dicevo, le coppie che volteggiano sulle note di Dirty Dancing mi commuovono, lacrima facile io; le ragazze di zumba e dei balli di gruppo, magnifiche e spigliate; i piccoli, meravigliosi; i ballerini che gareggiano e vincono, professionali.
Per l'ottima riuscita della serata hanno collaborato in tanti per la copertura della pavimentazione, per trasportare le sedie del pubblico, per sfamare gli atleti, per pettinare e truccare i protagonisti; un lavoro di squadra, un'intesa di gruppo, certo i segni di qualche piccola crisi ci sono, le palpitazioni aumentano e di conseguenza qualche urlaccio si innalza negli spogliatoi.
Lo spettacolo diviso in tre parti scivola via bene, senza tante chiacchiere o punti di logorrea acuta, le interviste sono carucce, qualcuno risponde, qualcun altro fugge, si vergogna e si copre: come sempre i più spigliati sono i nanerottoli, che vogliono esprimersi, raccontare e salutare il babbo, la mamma, i nonni, il fratellino... Che carini! Un plauso sempre agli adulti, che sentono più la vergogna e la pressione degli occhi del pubblico, credo non sia facile affrontare un saggio di fine anno a tanti anni dalla fine delle scuole!
Allora alla prossima occasione, per agosto ben due appuntamenti per diverse occasioni, al paesello, a raccogliere applausi, consensi e tanti baci.
Infine un saluto particolare alla piccola Andreia, che alla fine del mese si trasferirà con la sua famiglia in Romania, lasciando il gruppo Under 11.
sabato 23 giugno 2018
PAESELLO MIO
Primo fine settimana estivo, cielo coperto, fa freschetto.
IL RESTAURO ANCORA NON È CONCLUSO, MA IL GENIO HA GIÀ COLPITO, IL MIGLIORE...
UNA PICCOLA FORESTA DA ADDOMESTICARE
INGLESE PER TUTTI
PALESTRA ALL'APERTO, FAI DA TE
Quando non ho impegni di lavoro, giro a piedi, facendo finta di allenarmi, di mantenermi in forma, di tenere sotto controllo il peso; esco la mattina presto, per godere della pace dal traffico, per ascoltare il cinguettio, alzare gli occhi al cielo e contare le rondini, quest'anno numerosissime.
Difficilmente incontro persone, quelle poche si riuniscono nei punti strategici: bar.
Bene, ma non benissimo.
Trovo ogni volta qualche bel soggetto da immortalare, si badi non ho intenti polemici contro alcuno se non contro noi stessi paesani: vogliamo o no renderci conto che stiamo maltrattando, sporcando, abbandonando, affossando il nostro centro?
Si parla di rispetto, mantenimento, conservazione, bellezza, amore relativamente ai massimi sistemi dell'universo, poi passi davanti alle scuole e ti prende il magone; non puoi entrare nei giardini pubblici senza rischiare di pestare qualche ricordino, così come per strada sia essa viale alberato o panoramica da cartolina; abbandoniamo immondizia ingombrante dove capita, tanto poi qualcuno passerà a recuperare, parcheggio selvaggio neanche ve ne parlo...
Comincio a dubitare del nostro senso civico, del nostro affetto per il paese in cui viviamo, dell'importanza che attribuiamo a certe dimenticanze, tutti siamo chiamati a migliorare, dai piccoli agli anziani, anche perché peggiorare in certi casi risulta difficile...
UNA PICCOLA FORESTA DA ADDOMESTICARE
INGLESE PER TUTTI
PALESTRA ALL'APERTO, FAI DA TE
CHE HO MAI COMBINATO?
Questo è uno di quei post di cui nessuno forse sentiva la mancanza, uno di quelli filosofici e inutili probabilmente, ma per me non è così, anzi l'argomento mi sta molto a cuore, quindi lo tratto. Dedico l'articolo 1696 a tale questione per il semplice fatto che se scrivessi qualche riga sul mio profilo non tutti lo leggerebbero, quando invece credo che molti di piú seguano questo sgangherato blog.
Grazie a chi continuerà la lettura e un caro saluto a chi invece abbandonerà, al prossimo argomento!
Dunque, mi sono accorta di aver perso per strada un'amicizia social: una di quelle persone che pubblicano spesso e tanto, che facilmente ti accorgi della sua mancanza, non avendo più notifiche in merito. Cosa sarà mai, penseranno in molti, niente in confronto a quel che capita nel mondo, ad ogni sventura, tragedia o problema sociale: vero, assolutamente vero, ma il fatto è che siamo proprio animali sociali, sviluppati nella comunicazione orale e scritta. Prima mi si chiede l'amicizia su FB, poi ad un certo punto/di punto in bianco ci si sottrae senza una spiegazione.
Non ho perso nulla, ci sta più spazio: qualsiasi parola di conforto, giudizio o apprezzamento mi sta bene e mi fa piacere, però... Credo che sia cosa buona e giusta scambiarsi opinioni, rispettare il pensiero altrui, ascoltare o leggere come la pensino gli altri su un qualsiasi argomento del mondo tutto e poi confrontarsi, ma certo chiudere la bocca, depennare, bloccare, eliminare una persona non credo sia un comportamento adulto.
Fino ad oggi una sola persona ha dimostrato "coraggio": mi ha scritto in privato riguardo ad un mio articolo di cui non condivideva il contenuto, dicendomi che non avrebbe più interagito com me via social, una sorta di offesa/ti tengo il muso, però non avrebbe mai rinunciato a leggere le mie bagatelle... Bene, libertà di espressione, di agire e di modus operandi.
Questa situazione ora mi mette in grande imbarazzo dunque: come chi non mi saluta dal vero, ma mi segue virtualmente, così ora questa persona che incontrerò nella vita quotidiana, accetterà il mio saluto, anzi la dovrò salutare oppure faccio che la banno?
Questa persona ha deciso che le mie idee non combaciavano con le sue, si è forse sentita coinvolta, magari giudicata, ha ritenuto opportuno non essere più disturbata dai miei "mi piace", dato che difficilmente commento un qualsiasi post, credo che tutto quello che scrivo e pubblico dal blog basti e avanzi ad ammorbare gli altri... Comunque non ho avuto modo di capire il motivo di tale disdetta e mi dispiace, preferisco il confronto, preferisco capire se e in cosa abbia sbagliato, esagerato o insinuato.
A tutti voi, pochi diavoli che avete ancora voglia di leggere le mie povere e sempliciotte frasi, se avete qualcosa da contestarmi, sottolineare, spiegare o confutare, prego fatevi avanti, ho bisogno di capire e non di essere esclusa senza spiegazione.
E chi invece trova carine, giuste, simpatiche le mie chiacchiere, si faccia avanti lo stesso.
Grazie a chi si complimenta, a chi mi lancia qualche parola di incoraggiamento, a chi mi ringrazia in pubblico per quello che digito, perché i grazie non costano niente, ma rendono molto, specie in buon umore.
Scrivo delle mie idee, delle mie convinzioni, delle mie esperienze: non sono infallibile, non sono speciale, non sono unica, però non credo di meritare l'esilio virtuale per quel che penso.
Al prossimo articolo, se vi pare...
Grazie a chi continuerà la lettura e un caro saluto a chi invece abbandonerà, al prossimo argomento!
Dunque, mi sono accorta di aver perso per strada un'amicizia social: una di quelle persone che pubblicano spesso e tanto, che facilmente ti accorgi della sua mancanza, non avendo più notifiche in merito. Cosa sarà mai, penseranno in molti, niente in confronto a quel che capita nel mondo, ad ogni sventura, tragedia o problema sociale: vero, assolutamente vero, ma il fatto è che siamo proprio animali sociali, sviluppati nella comunicazione orale e scritta. Prima mi si chiede l'amicizia su FB, poi ad un certo punto/di punto in bianco ci si sottrae senza una spiegazione.
Non ho perso nulla, ci sta più spazio: qualsiasi parola di conforto, giudizio o apprezzamento mi sta bene e mi fa piacere, però... Credo che sia cosa buona e giusta scambiarsi opinioni, rispettare il pensiero altrui, ascoltare o leggere come la pensino gli altri su un qualsiasi argomento del mondo tutto e poi confrontarsi, ma certo chiudere la bocca, depennare, bloccare, eliminare una persona non credo sia un comportamento adulto.
Fino ad oggi una sola persona ha dimostrato "coraggio": mi ha scritto in privato riguardo ad un mio articolo di cui non condivideva il contenuto, dicendomi che non avrebbe più interagito com me via social, una sorta di offesa/ti tengo il muso, però non avrebbe mai rinunciato a leggere le mie bagatelle... Bene, libertà di espressione, di agire e di modus operandi.
Questa situazione ora mi mette in grande imbarazzo dunque: come chi non mi saluta dal vero, ma mi segue virtualmente, così ora questa persona che incontrerò nella vita quotidiana, accetterà il mio saluto, anzi la dovrò salutare oppure faccio che la banno?
Questa persona ha deciso che le mie idee non combaciavano con le sue, si è forse sentita coinvolta, magari giudicata, ha ritenuto opportuno non essere più disturbata dai miei "mi piace", dato che difficilmente commento un qualsiasi post, credo che tutto quello che scrivo e pubblico dal blog basti e avanzi ad ammorbare gli altri... Comunque non ho avuto modo di capire il motivo di tale disdetta e mi dispiace, preferisco il confronto, preferisco capire se e in cosa abbia sbagliato, esagerato o insinuato.
A tutti voi, pochi diavoli che avete ancora voglia di leggere le mie povere e sempliciotte frasi, se avete qualcosa da contestarmi, sottolineare, spiegare o confutare, prego fatevi avanti, ho bisogno di capire e non di essere esclusa senza spiegazione.
E chi invece trova carine, giuste, simpatiche le mie chiacchiere, si faccia avanti lo stesso.
Grazie a chi si complimenta, a chi mi lancia qualche parola di incoraggiamento, a chi mi ringrazia in pubblico per quello che digito, perché i grazie non costano niente, ma rendono molto, specie in buon umore.
Scrivo delle mie idee, delle mie convinzioni, delle mie esperienze: non sono infallibile, non sono speciale, non sono unica, però non credo di meritare l'esilio virtuale per quel che penso.
Al prossimo articolo, se vi pare...
giovedì 21 giugno 2018
IL SAGGIO E LA DANZA: LA FEBBRE DEL SABATO SERA
Bene bene, siamo infine giunti al traguardo: sabato sera, 23 giugno presso la palestra comunale del paesello, spettacolo di fine corso per i nostri ballerini latino-americani.
L'anno corre veloce, anzi balla sul mondo: ci si allena due volte a settimana, si partecipa alle gare nazionali, si vince o si perde, si alza la coppa o si lasciano lacrime amare e si arriva alla fine.
Questo momento dell'anno non è per niente facile: la scuola è terminata, il caldo si fa sentire, in palestra per le prove si sta come sui fornelli, la maestra strilla tutti...
E già, sembra scientifico: le prove non risultano mai perfette, qualche fuori tempo ci sta, qualche scivolone pure, poi però la sera magica tutto torna a posto, o quasi!
Un buon affiatamento tra i genitori, si chiacchiera di tutto, qualche volta si spettegola, un complimento e una presa in giro, perché no... Certo capita anche la divergenza, un differente modo di vedere il problema e quindi di risolverlo, chi può collabora alla riuscita della serata con un aiuto per l'organizzazione del pubblico e dello spazio dell'esibizione. Quando si è in tanti succede che le opinioni non combacino proprio tutte, il bello sta nel superare l'ostacolo e nel ridere dei difetti di ognuno, anche della maestra, naturalmente!
I ballerini, loro, sono speciali: a volte si muovono a gregge, altre si distraggono e rimangono indifferenti ai richiami degli adulti per giocare, controllarsi le scarpe, scambiarsi bacini, rincorrersi lungo tutto il perimetro della pista, arrampicarsi alle funi... Il saggio però non perdona, bisogna star pronti, preparare il miglior sorriso - che se mancano i dentini davanti è ancora più dolce - e contare, rimanere sulla riga, rispettare le distanze: piega - ruota - stendi - ancheggia, che fatica!
Sempre una magica sensazione, un'atmosfera particolare, l'adrenalina che ti fa battere forte il cuore fino all'urlo antisfiga/portafortuna che non posso qui riportare perché non si addice!
Non vi resta che partecipare, per passare un'ottima serata, per battere le mani a ritmo senza mai sbadigliare, per lasciarvi travolgere dalla musica dei tormentoni, per ricordare i momenti più importanti dei film famosi...
Ah, dimenticavo... Non potete mancare perché la presentatrice sarà meravigliosa!
https://www.facebook.com/Power-dance-studio-211067319414420/
https://www.facebook.com/Sartoria-Girasole-1473724859601256/?fref=mentions
L'anno corre veloce, anzi balla sul mondo: ci si allena due volte a settimana, si partecipa alle gare nazionali, si vince o si perde, si alza la coppa o si lasciano lacrime amare e si arriva alla fine.
Questo momento dell'anno non è per niente facile: la scuola è terminata, il caldo si fa sentire, in palestra per le prove si sta come sui fornelli, la maestra strilla tutti...
E già, sembra scientifico: le prove non risultano mai perfette, qualche fuori tempo ci sta, qualche scivolone pure, poi però la sera magica tutto torna a posto, o quasi!
Un buon affiatamento tra i genitori, si chiacchiera di tutto, qualche volta si spettegola, un complimento e una presa in giro, perché no... Certo capita anche la divergenza, un differente modo di vedere il problema e quindi di risolverlo, chi può collabora alla riuscita della serata con un aiuto per l'organizzazione del pubblico e dello spazio dell'esibizione. Quando si è in tanti succede che le opinioni non combacino proprio tutte, il bello sta nel superare l'ostacolo e nel ridere dei difetti di ognuno, anche della maestra, naturalmente!
I ballerini, loro, sono speciali: a volte si muovono a gregge, altre si distraggono e rimangono indifferenti ai richiami degli adulti per giocare, controllarsi le scarpe, scambiarsi bacini, rincorrersi lungo tutto il perimetro della pista, arrampicarsi alle funi... Il saggio però non perdona, bisogna star pronti, preparare il miglior sorriso - che se mancano i dentini davanti è ancora più dolce - e contare, rimanere sulla riga, rispettare le distanze: piega - ruota - stendi - ancheggia, che fatica!
Sempre una magica sensazione, un'atmosfera particolare, l'adrenalina che ti fa battere forte il cuore fino all'urlo antisfiga/portafortuna che non posso qui riportare perché non si addice!
Non vi resta che partecipare, per passare un'ottima serata, per battere le mani a ritmo senza mai sbadigliare, per lasciarvi travolgere dalla musica dei tormentoni, per ricordare i momenti più importanti dei film famosi...
Ah, dimenticavo... Non potete mancare perché la presentatrice sarà meravigliosa!
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