Al secondo incontro pomeridiano, di martedì, gruppo misto: docenti dei tre ordini del nostro Istituto Comprensivo sotto il segno dell'educazione emotiva, del dialogo e del confronto.
La formatrice, nonché psicologa in forze a scuola, è la dottoressa Rossetti che organizza le due ore di incontro su test e discussione e una carrellata di teorie interessanti sull'arte empatica.
Il test riguarda il contesto comunicativo, il nostro metterci in gioco rispetto a chi abbiamo davanti, da cattedra a banco, da collega a collega, da docente a discente, da adulto a bambino, da insegnante a genitore: efficacia, mettersi in gioco, comunicazione e attitudine mentale. non sono pochi i fattori che entrano in gioco quando si ha il bisogno di arrivare a tutti, con più forza e impronta possibili, con i gesti che guardano negli occhi.
A seguire i bisogni da soddisfare, quando si passa a livelli superiori che non siano quelli basici: una piramide che passa dall'auto-realizzazione ai bisogni estetici, per realizzare se stessi fino in cima all'altruismo. A parole, in teoria siamo tutti convinti e decisi a scalare la piramide per raggi=ungere l'apice, quando poi ci si cala nella realtà del gruppo classe, del quotidiano diventa tutto un poco più difficile e complicato.
Comunicazione non violenta, empatia e richieste chiare: le chiavi della buona riuscita di un trasmissione di messaggi, dell'essere capiti e del rispetto di se stessi oltre che degli altri.
Ci si forma, ci si confronta tra colleghi e in verticale, ma si arriva alla stessa conclusione della difficoltà di far fronte a tanti stimoli, tanti impegni, tante ore di organizzazione che esulano dalla didattica. Il bisogno di ascoltare e di ascoltarsi, la necessità di capire chi abbiamo seduto davanti, il linguaggio del corpo e le richieste di aiuto, oltre a lezioni, materiale, emergenza, scartoffie e uno spiraglio di vita privata.
Al prossimo terzo incontro, in presenza: e saremo bellissimi.
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