CAMMINIAMO SUL FILO

 L'altro giorno ero in macchina e mi faceva compagnia la radio, sempre accesa di sottofondo: hanno lanciato uno di quei momenti dedicati ai ricordi del passato, quelli dei grandi successi che ti fanno rimpiangere la gioventù e il trascorrere del tempo anche per te, non solo per tua madre con i capelli bianchi e le rughe intorno alla bocca.
 E come al solito ho dovuto alzare il volume e cantare per sfogarmi e per sentirmi ancora una pulzella, ma proprio giovanissima, perché veniva trasmessa una canzone di quel Miguel Bosé italo-spagnolo quasi scomparso e ormai attempato anch'esso.
 Ecco allora la mia riflessione: le canzoni a cui associo anni passati e spensierati mi piacciono veramente tanto, ricordo per assurdo tutti i testi, anche quelli scemi e li lego a situazioni nitide, i famosi bei tempi andati, alle estati spensierate e ai giornaletti delle amichette più grandi che parlavano di temi e situazioni, per noi bambine, ridicoli e per niente comprensibili.
 Invece le foto, che comunque sono vera arte quando ben scattate, con una loro storia e un studio non indifferente, mi mettono tanta nostalgia, specie quelle in bianco e nero: le guardo e mi rattristano, poi se il soggetto in posa serena e sorridente non è più tra noi, non ne parliamo proprio. Mi prende una malinconia che non so spiegare, come se il tempo fosse andato, passato, perso e non più afferrabile, un passato mitico e per questo di una felicità non più riproducibile o fattibile, da cui siamo ormai esclusi.
 Non so se sono riuscita a rendere l'idea della nostalgica sensazione del fu; questo vale anche per le foto vacanziere, quelle con i pargoli, come se il momento fosse fermato e rubato per sempre, legato ad un attimo gioioso chiuso.
 Questa la mia sensazione, a voi la parola, sempre se volete!

 https://www.youtube.com/watch?v=Lof0vEwtXHs