Questa sera vi voglio coinvolgere in una riflessione seria e, per certi aspetti, commovente.
Tra i miei alunni del serale una buona percentuale spetta a persone più o meno giovani straniere, di diverse nazionalità, europee o extra europee, volenterose alcune "discole" altre, insomma niente di diverso dagli studenti nazionali. In ogni classe il gruppo è compatto; quando c'è da ridere e prendere in giro, nessuno si tira indietro o rimane serio e composto, niente di diverso dicevo da un qualsiasi gruppo scolastico. Oggi pomeriggio un ragazzo straniero in quinto si è offerto volontario per l'esposizione di un personaggio manzoniano a scelta - secondo la mia indicazione, a giro ognuno espone, gli altri ascoltano e "assorbono" informazioni importanti e ne scaturisce una discussione collettiva.
Agim, questo il suo nome, ci ha analizzato fra' Cristoforo in modo impeccabile, semplice ma esauriente e lineare, con tutte le difficoltà della lingua certo, ma alla fine si è meritato un ottimo voto, con tanto di complimenti dei compagni. Bello!
Lo ascoltavo entusiasta, sia per il mio amato Manzoni che per l'analisi corretta e spedita, un momento di buona scuola insomma...Allora: ragazzi di altra cultura, con altre radici e altra letteratura che si impegnano a studiare e ripetere un autore ottocentesco che anche i nostri studenti nazionali poco digeriscono, come è possibile? Farei altrettanto io? Orgogliosa e fiera io dei nostri scrittori, autori, lingua, usi e tradizioni, feste popolari e chipiunehapiunemetta non rinuncerei facilmente alla mia Nazione e agli annessi e connessi; quei ragazzi in cerca di miglior fortuna sì, con grande impegno studiano e leggono pagine straniere, incomprensibili forse, slegate dalla loro tradizione e si sottopongono a giudizio, costruendo un discorso, non sempre facile e scontato.
Ottimo!
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