Non vorrei essere volgare proprio al milletrecentoquattordicesimo articolo, ma tutto nasce da una profonda e seria riflessione che parte dal primo incontro con la psicologa Elena Del Sordo - poi c'è stato anche un secondo ancora più interessante, che mi ha chiarito meglio le idee, per cui ora ve ne faccio partecipi.
La dottoressa ci ha esortato a comunicare le nostre emozioni, a non soffocare quanto provato nei confronti del mondo, partendo da frasi con soggetto IO, mi spiego meglio: se non ci si sente in sintonia con una persona, se non si vuole condividere momenti o impegni, basta essere chiari e diretti, ma usando espressioni che suonano NON MI SENTO A MIO AGIO A USCIRE CON TE o frasi simili. La dottoressa assicura che funzionano, perché la focalizzazione é sull'IO, sulla mia persona e non si é aggressivi né offensivi, perché il mio interlocutore percepisce che il problema parte da me.
Sarà, ma non riesco mai ad essere così diretta e schietta, sempre mille remore nel dire effettivamente ciò che penso e provo per non offendere, per non rompere rapporti, per educazione... Però in questo modo ci si annulla, ci si appiattisce e si subisce chi invade, chi degenera nella conversazione, chi non rispetta il nostro volere.
La comunicazione é difficile, perché spesso siamo chiusi da pregiudizi, da regole sociali, da convenzioni o abitudini che però ledono il nostro sentire.
Ecco allora che in uno dei tanti miei giri ho incontrato Claudia e la sua cagnolina: gli animali sono più sinceri, più diretti, ai cani basta annusare proprio lì per capire se l'altro é a posto o no, se scodinzolare o attaccare.
E noi sempre con un sorriso falso, la bocca a gallina, gli occhi dolci, con il capo ad esempio, a cui non possiamo rivelare tutte le nostre impressioni, i sentimenti o i veri stati d'animo, ma anche con gli amici, i parenti anche per salvare le apparenze: viviamo nella convinzione di essere amati e coccolati, invece magari diamo anche fastidio.
E allora siamo sinceri, il mondo ci guarda.
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