E niente, sono disoccupata, ufficialmente, smetto i panni da seria e impegnata insegnante. Scrutini fatti, obblighi terminati, spero di aver concretizzato un buon lavoro e di aver lasciato qualche piacevole ricordo.
E ora che combino di buono? E no, di buono è meglio lasciare stare: ho da smaltire qualche pesantezza di scritti e orali sui fianchi e sul lato B; suggerisco di passare dal teorico al pratico, con la speranza in un miracolo estivo di bellezza e forma fisica: manicure, pedicure, parrucco, rimessa a posto diffusa e capillare, direi.
Volontariato in azione: sotto la guida della bibliotecaria continuano iniziative e incontri, poi fervono le idee, non si fermano mai le ragazze volontarie, sono vulcani sorridenti e preparate; vi anticipo che si sta pensando ad un'estate colorata di emozioni, libri e passione, che non è poco, anzi.
Arte, si fa subito sul serio: c'è una manifestazione in preparazione, in cui dovrei intrufolarmi, come sempre, senza merito né titoli, sfacciata io. E poi devo contattare il mio amico artista per coinvolgerlo - come lo scorso anno - in qualche iniziativa pomeridiana, di assaggio/passaggio/studio/spiegazione, sono il suo peggior incubo.
Lavori domestici arretrati, libri da finire, vorrei anche colmare qualcuna delle mie lacune stilistiche, ma anche taglio e cucito, alta pasticceria e tanti cappuccini con chi mi vuole bene, ma chi mi vuole bene?
E qualche lavoretto, lo troviamo? Così tanto per non rimanere sfaccendata, amorfa, ameba, con le quattro frecce dell'intelletto accese. Che dire, dove rivolgermi, cosa cercare? Ci sto pensando, potrei parlare con il Grande Puffo o Mangiafuoco, la Matrigna no, non mi piace.
Intanto domani pomeriggio in biblioteca comunico con le altre signore - non che questo termine mi piaccia più di tanto, sa di naftalina - preferirei ragazze, interessate, partecipanti, pazienti no, non è il caso o sì?
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