Non è mio costume andarci leggera con i complimenti, lo sapete che quando si tratta del mio paesello sono capace anche di carte false pur di esaltarne virtù e capacità, ma anche quando si tratta di vizi e malcostume non scherzo...
E allora, oggi mi trovo costretta a raccontarvi una triste situazione, in cui a soffrire e a rimetterci sono le persone "deboli", io compresa, chiamasi pedoni.
I pedoni sono una specie rara, ma poco protetta al paesello, in particolar modo se hanno superato i sessant'anni d'età ed hanno difficoltà deambulatorie, così come gli esemplari in via di sviluppo fisico, su quattro ruote, in passeggino per capirci: il pedone ha sempre torto!
Deve attraversare velocemente, se riuscisse a volare sarebbe meglio perché intralcia l'autovettura che desidera salire sul marciapiede e sostare per tutto il tempo necessario, consentito e no.
L'autovettura ha sempre ragione sia che si debba fermare in divieto di sosta, davanti allo scivolo per disabili o in piazza di traverso, per obliquo, in seconda fila, sulla sosta del bus pubblico, alla fine delle scale, non importa, l'auto non può portarsi in uno dei parcheggi lontani e difficoltosi adiacenti il centro storico, no, ogni esercizio commerciale, ufficio o pausa privata, una sosta, un parcheggio, le quattro frecce se vuole, altrimenti il tempo di un caffè, una chiacchiera e via...
Malumore diffuso, nervosismo lungo la spina dorsale, clacson irritabile, marmitta sull'orlo di una crisi di nervi, attacco di panico e abbagliante traballante...
Diamoci tutti una ridimensionata, ritroviamo il piacere di qualche passo a piedi, anche se fa caldo, riconciliamoci con il mondo e cerchiamo di non puntare, come bersagli mobili, le persone lente o in difficoltà con il carrello della spesa, il bastone o il fiato corto.
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