Non ne perdiamo uno.
Questa mattina al Castello, quello che svetta appena si é in odore di paesello, un laboratorio per tutti coloro che amano impastare, sporcarsi con la farina, imparare qualcosa di nuovo, che avevo un poco travisato associando la parola laboratorio ai pargoli. Infatti avevo pensato subito a loro piccoli, un modo per intrattenerli con fantasia e "fatica", quando abbiamo scoperto che era aperto anche agli adulti: tutti armati di contenitore con tappo, da riempire con l'impasto del corso.
In tanti ad ascoltare Marina, la paziente signora, che spiegava il tipo di farina da usare, la quantità di acqua e sale, il modo di piegare e ripiegare la pasta, partendo dalla sua pasta madre.
Il segreto sta tutto lì, non far morire i poveri batteri che lavorano e mangiano per riprodursi e permettere un'ottima levitazione naturale al nostro impasto, una volta cotto sicuramente più gustoso e comunque diverso da quanto compriamo nei supermercati.
Una lezione buona, di circa un'ora, per arrivare alla pagnottella da tenere in serbo a lungo e ammorbidire prima di cuocere nel forno di casa e da consumare fredda dopo diverse ore dalla cottura, per cogliere al meglio l'aroma.
Naturalmente pargoli strafelici, soprattutto dell'omaggio di un pezzo di pasta madre da torturare a casa, nel lungo e laborioso tentativo di produrre ottimo pane casalingo da portare a scuola farcito da affettati.
Intanto abbiamo cotto i due pani per domani così si fa!
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