Secondo giorno di scuola, ci si riunisce tutti intorno ad una grande tavola ovale, coperta da telo bianco: pranzo, a chi di terra a chi di mare.
Le migliori decisioni, si sa, si prendono in una situazione piacevole, amichevole e colloquiale, in un clima disteso e poi bisognava proprio festeggiare la quadratura dell'orario! Con Gioia ed Alessandra alle prese con il sistema che non ne voleva proprio sapere di assegnare quelle classi e quelle ore, tra sede centrale e distaccata.
Siamo praticamente pronti: dalla prossima settimana a regime.
Il bello di queste "riunioni" sta nell'incontrare anche chi non fa più parte del collegio perché su altra scuola, chi è appena entrato in quiescenza, chi ha raggiunto la maturità lavorativa eppure non si vuole allontanare da colleghi e colleghe diventate amiche e confidenti. E poi si discute un po' di tutto, dal clima globale al potenziamento, dal lavoro dei figli ai nuovi alunni. Già perché il nocciolo della questione iniziale sta nell'accoglienza, la prima impressione, i nuovi arrivi stagionali: classi impegnative, cuccioli spaesati, docenti confermate e compresenze importanti.
Il confronto serve tra materia, ma anche con il sostegno, magari buttando un occhio sui dipartimenti da organizzare, i nuovi testi adottati e le vecchie conferme.
È sempre un piacere ritrovarsi, vecchie e nuove leve, senza distinguo o insormontabili muri di comunicazione e, poi, la foto ricordo da inviare a quel collega lontano per un saluto e ricevere, di rimando, una rima baciata.
La scuola che ci piace comincia dalla collaborazione e dell'appoggio che trovi nei colleghi, nessuno escluso.
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