Sono partiti prima dell'alba per arrivare prima delle tredici: tappa difficile per l'asfalto: non terreno morbido e fresco, ma percorso che si surriscalda e porta calore alle scarpe e quindi alle gambe, di una durezza che infastidisce.
All'arrivo sono disponibili solo sedici posti in ostello e la prima parte del gruppo ne occupa fino all'undicesimo; le ultime tre pellegrine, più lente, devono accelerare il passo per arrivare il prima possibile e accaparrarsi gli ultimi letti disponibili, vengono per questo allertate dagli amici già sopraggiunti.
Cominciano a farsi sentire anche i primi dolori, alle spalle per il peso dello zaino, ma anche alle gambe: ci si cura con paracetamolo, medicinali vari e creme per massaggiare e alleviare i muscoli, ogni rimedio viene ben condiviso.
E per il pranzo? Smessi i panni del pellegrino, conquistato il posto letto, i nostri si trasformano in turisti e buongustai, alla ricerca di prodotti tipici e piatti rinomati: si prende il taxi e si torna a Betanzos per assaggiare la tortilla di patata, una specie di frittata, ma anche il polpo alla galiziana e i filetti di maiale macerati nel vino con verdure. Soddisfazioni anche culinarie, certo.
Passano i giorni, si accumulano passi e cresce anche la fiducia delle parole: la confidenza amichevole e la voglia di confrontarsi, perché ognuno dice la sua, si scambiano idee e battute, si aprono posizioni politiche e religiose, sempre nel rispetto reciproco e senza giudizio.
E domani - mercoledì 4 settembre - si prosegue, decisi e sicuri dei propri passi.
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