Arrivo alle 11:45, in un ostello molto carino, moderno, una nuova struttura ancora poco conosciuta.
Giornata difficile, perché nella notte i nostri pellegrini hanno dormito poco e male in un ostello/container di pochi posti, in cui faceva troppo caldo: alcuni ospiti hanno tenuto svegli gli altri russando, mentre dei ragazzini ridevano e scherzavano invece di rispettare il riposo di chi voleva ricaricare le forze.
Si sono riposati poche ore, si sono svegliati prima del previsto e alle 5:45 tutti erano pronti per la marcia: completamente buio, a tratti addirittura la compagnia delle sole stelle, magica atmosfera, silenzio della natura ancora addormentata, nei boschi e nel verde, terreno facile per la terra morbida, che non dà fastidio al passo come invece l'asfalto duro, salite impegnative ma non impossibili.
Alle 9:00 la colazione ci sta tutta, a Hospital de Bruma, la fine della tappa prevista all'inizio della giornata, poi invece allungata di altri 12 chilometri, perché l'umore era alto e la voglia di non mollare ancora ben salda.
Battute, prese in giro, ma nessuna cattiveria: un gruppo di fratelli di viaggio che vivono insieme ventiquattro ore su ventiquattro, per un tempo limitato ma intenso; certo il ritmo del passo non risulta uguale per tutti, c'è chi procede più spedito, chi rallenta e chi si aggrega al gruppo in testa.
Tappa gradevole, anche se i crampi affaticano i muscoli; fastidi vari per il peso del bagaglio e bolle d'acqua per le scarpe seppure comode.
Si cammina, uniti, ammirando uno dei paesaggi più interessanti del tratto inglese: anche questa armonia della natura aiuta e soccorre nei momenti di sconforto e di dubbio sulle capacità personali.
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