lunedì 4 maggio 2015

VEGLIA

 Sono appena tornata dalla veglia funebre in chiesa, emozionante, suggestiva e terribilmente commovente.

 In tanti hanno voluto ricordare con parole semplici un ragazzo meraviglioso, impegnato in tante attività, appassionato e amico leale; parole dolci, frasi semplici, ma toccanti, accompagnate dalle foto proiettate su un maxi-schermo, pronunciate da portavoce commossi per la banda, i compagni di scuola, i portatori della statua del Santo Patrono, gli organizzatori dei carri allegorici, i tifosi del club della squadra di calcio, gli animatori dei campi estivi della parrocchia, gli amici di sempre.

E naturalmente il filo conduttore del giovane parroco.

Aveva solo 21 anni, tanta voglia di vivere, di fare e di rendersi utile.

Per lui anche la preghiera del Portatore, quella del Musicante e le parole di S. Agostino:

La morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.









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