Dunque è il primo degli appuntamenti della Sagra, taverne addobbate e cucine in fermento. Piove, poi smette, fortunatamente, nulla è compromesso. Sono stata indecisa fino all'ultimo momento, per via dell'umidità e del freddo, invece poi sono uscita con i pargoli proprio per assaporare l'inizio in grande stile.
Forse.
Chi non fosse uscito si è perso vicoli, stradine e palazzi storici illuminati solo da candele, moccolotti sparsi ovunque che irradiavano soffusa luce arancione; meravigliosi vestiti fedeli alla perfezione, figuranti che animavano scene di vita quotidiana, quadretti di genere, un po' caravaggeschi un po' rinascimentali, dalle cortigiane ai cardinali, mercato di verdure, spezie, panni.
Tanti i mestieri riprodotti, suonatori, danzatrici, armigeri, per citarne solo alcuni.
Però ho faticato a capire il percorso da seguire, sono arrivata troppo tardi alla prima tappa - e non sapevo fosse la prima - perché appena passata la giuria si smantella il tutto e ci si spoglia degli abiti: ho trovato grande allegria e confusione burlesca, ma nessun personaggio storico.
Suggerirei una mappa, una cartina, un percorso anche temporale indicato molto semplicemente, ma utile a far capire anche a chi non è dell'organizzazione.
Nessuna spiegazione o traccia scritta delle motivazioni delle scelte stilistiche, del contesto storico in cui si muovevano e mangiavano i figuranti.
Nessun menù esposto o ingrediente, tanto per poter ragionare di cibo e parlarne ai bimbi.
Sale vuote e abbandonate, senza nessuno che spiegasse ai visitatori gli oggetti usati e le spezie in mostra.
Comunque una bella esperienza, una passeggiata attraverso i secoli paesani per niente scontata o noiosa, anzi i contradaioli son già arrivati agli sfottò, nervosismo quanto basta per accogliere i membri della giuria...
...e vinca la ricostruzione storica migliore.
Cominciamo con il togliere i termini inglesi per indicare i fine settimana di manifestazioni, grazie.
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