Sacrosanta verità, almeno per la mia esperienza.
Infatti per non cedere alla tentazione della gola, rinuncio completamente a comprare l'oggetto, o meglio il cibo, del desiderio.
Sono andata al supermercato, per fare scorte e risparmiare, poi però ho visto due o tre confezioni invitanti di schifezze salate, per niente sane e genuine, anzi caloriche e raccogli-ciccia e non ho saputo girarmi dall'altra parte, senza spendere oltremisura. Risultato, una volta arrivata a casa e sistemate nella dispensa, tali confezioni hanno iniziato a chiamarmi invitanti: non ho trovato pace finché non le ho attaccate e finite in poche ore.
E poi mi lamento della risposta della bilancia.
Per non imbambolarmi e perdere la cognizione del tempo e dello spazio, mi sono imposta di non comprare o di regalarmi uno di quei telefoni tuttofare, tecnologia avanzata e milleusi, perché so che starei tutto il tempo lì a controllare "mi piace" e contatti, foto e commenti.
Ad altre tentazioni, invece, mi fa piacere cedere, ad esempio, se mi accosto alle bancarelle dei libri, difficilmente me ne allontano senza averne comprato almeno uno; così come mi lascio andare alla chiacchiera, al resoconto e alla confidenza con amiche speciali, sorella o cugine anche al telefono per lunghi minuti, troppi come mi rimprovera ogni volta mio marito.
Pazienza, sono una donna non sono una santa.
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