venerdì 30 ottobre 2015

A MODO SUO

 A grandi falcate siamo quasi giunti al 1 novembre, sono quasi sei mesi che Roberto non dorme più nel suo letto, non suona il suo trombone, non studia per gli esami dell'università: la madre impazzisce al silenzio della solitudine, al vuoto che ha lasciato la giovane vita finita contro il tronco di un albero.
 "Vado da Roberto", dice: ogni giorno al cimitero, lei e il marito sentono il dovere di una visita, una preghiera, una parola sospirata davanti alla lapide con la foto di quel volto bellissimo, fresco, sornione, avido di vita e conoscenza, come sanno tutti i giovani di oggi.
 Quando vado a trovarla a casa, il più frequente possibile, piango, mi commuovo, è come una catarsi, lei si sfoga, io anche, lei parla, io ascolto e rispondo sempre: ha tutte le ragioni del mondo, è arrabbiata con il mondo e non posso non dargli ragione.
 Nella nostra diocesi esiste un gruppo di ascolto, di cui ignoravo l'esistenza, radunato dal vescovo, di genitori che hanno perso un figlio, sono stati privati dell'amore più grande: si celebra la messa, si parla, si ascolta, si testimonia del passare del tempo che cura, ma non cancella le cicatrici del dolore. Mia cugina ne fa parte, ha bisogno di quello sfogo: consolazione.

 Madonna Sistina è un dipinto a olio su tela (265x196 cm) di Raffaello, databile al 1513-1514 circa e conservato nella Gemäldegalerie di Dresda, Germania.

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