- Non domandare, Leuconoe - non è dato sapere - che
- destino gli dei hanno assegnato a me e a te, né consulta
- gli oroscopi. Com’è meglio tollerare ciò che sarà, sia che Giove
- ci abbia dato ancora tanti inverni sia che questo, che sfianca
- il mar Tirreno con rocce di pomice, sia l’ultimo: sii assennata,
- purifica il vino e recidi la duratura speranza, ché la vita è breve.
- Mentre parliamo, se ne va il tempo geloso:
- strappa l’attimo, e non fidarti per nulla del domani.
Questa di Orazio è forse l'ode più conosciuta, amata e studiata e ora bene interpreta il mio sentire.
Di solito, non sono una dalla decisione fulminea, di rado colgo l'attimo e cambio strada, basti sapere che per arrivare all'altare ho impiegato ben nove anni e mezzo...
Comunque, in questi giorni me ne sono capitate di offerte, di occasioni "strane": succede di attraversare momenti particolari, "strani"appunto, ma importanti, bisogna decidere senza rimorsi, la vita già è difficile di suo, aggiungiamoci pure i se e i ma...
Che dire? Meglio la lenta ma giusta scelta o l'attimo afferrato, che forse mai più sarebbe tornato?
Forse sbaglio a non approfittare, ho errato in passato a rifiutare l'opzione, ho scelto di non rischiare per il mio carattere, la mia piccola famiglia, le mie poche ma fondamentali certezze.
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