Non faccio politica, non ne sono capace, tento solo di ragionare su certe realtà a me familiarmente quotidiane.
Festa della Liberazione appena trascorsa, fine settimana lungo dal tempo piovoso, neanche la scusa buona per una piccola vacanza, tanto non abbiamo fondi...
Debutto importante del mio primogenito: si è esibito per la prima volta con la banda del paesello per le strade principali fino al Monumento dei Caduti, tutto emozionato, tenero lui.
Ha suonato "Bella ciao" naturalmente, non sarebbe XXV Aprile senza "Bella ciao", peccato poi che ha dodici anni e non conosca nulla del significato della canzone, perché nessuno gliene ha parlato, perché a scuola il programma di storia si è dilatato.
Ai miei tempi (non dico che si stava meglio prima!) già in quinta elementare si studiavano le guerre mondiali; per gli esami conclusivi - licenza elementare il mio amichetto Gianluca ha letto "Il gran sole di Hiroshima", commovente libro sulla bomba nucleare.
Ai miei tempi però avevamo un Presidente della Repubblica che si chiamava Sandro Pertini e certi valori si respiravano quotidianamente, il Presidente di Spagna '82, quello che sull'aereo presidenziale giocava a carte con Bearzot. Ora è diverso, cosa è cambiato?
Spetta alla famiglia il compito di educare all'amor di patria - concetto di destra o di sinistra? - commentare la canzone del partigiano e quella del Piave?
Insegnante di lettere io, mi sento un poco sprovveduta.
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