Sembra che sia pratica molto comune sorvolare sui dettagli, dimenticare di ringraziare in modo scritto o verbale, omettere un complimento, non dispensare le belle e tanto sospirate frasi che sollevano il morale e migliorano la giornata.
E non trinceriamoci dietro alla solita frase di scusa, del caratteraccio, della timidezza o del "Tanto già lo sai ciò che penso...". No! Non lo so ciò che gli altri pensano e anche se lo sapessi, mi farebbe estremamente piacere ascoltare o leggere una conferma positiva.
Anche perché quando si sbaglia, mi sembra che tutti, o comunque la maggior parte, siano pronti a sottolineare la mancanza, la trascuratezza, il dettaglio negativo, perché se invece si tratta del positivo si tace?
In tutti i campi dello scibile, dei sentimenti, dell'attività, dello sport, naturalmente.
Tra moglie e marito, ad esempio, mai dare per scontato il sentimento, un apprezzamento su aspetto fisico o capacità di gestione familiare; tra colleghi perché rimarcare solo le cadute, le omissioni o i ritardi e non ammettere bravura e apprezzamento?
Stimo l'allenatore che bacchetta quando c'è da bacchettare ed elogia quando c'è da esaltare, gli atleti più facilmente fanno squadra e si riconoscono l'uno nell'altro; come in classe, senza però esagerare sugli elogi individuali, che fanno scaturire gelosie e ripicche.
Fino a qui la teoria è conosciuta da tutti, poi la pratica?
Beh, sulla pratica cadiamo, qualche volta scivoliamo, forse a causa di un pizzico di invidia, di gelosia, di presunzione?
Dirlo non so, ma sto cercando di studiare il caso, difficilissimo!
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