Bene, dopo la pausa natalizia si riprende di buona lena la formazione con la dottoressa Sandra Falzone esattamente dal punto in cui eravamo rimasti, per non lasciare nulla al buio dell'ignoranza.
Un interessante discorso sul disturbo dell'autismo in tutte le sue forme, più o meno difficili da capire e supportare, per educare il bambino e andare incontro a tutte le esigenze, le paure e i dubbi della famiglia.
Mi piace la dottoressa perché offre sempre una via d'uscita, non lascia mai il discorso in sospeso o senza soluzione: bisogna ragionare, prendere coscienza della gravità del singolo caso e poi agire immediatamente, senza indugio.
Poi qualche suggerimento per ogni attività scolastica, dal compito non terminato a scuola a quello da svolgere a casa, le piccole soddisfazioni e i premi, le lodi mai scontate e tutti i segnali o campanelli d'allarme per capire il disagio del bimbo, la difficoltà a comunicare perché a tutti sia offerta la possibilità di star bene ed essere felici. E le recite? C'è di che discutere, confrontare, relazionare, senza mai dimenticare che i piccoli riescono a capire un comando per volta, recepiscono solo l'ultima parte della frase pronunciata ed è meglio non esprimersi in negativo, non calcare la mano sulle punizioni impossibili, non lasciarsi prendere dalla mania di grandezza e lanciare anatemi che non saranno mai attesi o presi sul serio.
Si chiama patto comportamentale l'arma giusta: stabilire prima le condizioni e poi applicare l'eventuale sanzione prospettata; ad ogni azione del piccolo corrisponde una conseguenza, solo in questo modo si responsabilizza, può scegliere la strada da percorrere e agisce sapendo già a cosa andrà incontro. Si è parlato molto di punizioni e premi, di rinforzo e del giusto atteggiamento da tenere per giungere al giusto cambiamento, dal più facile da raggiungere al più ostico, si procede a piccoli passi ed obiettivi, ma le gratificazioni si devono sentire, bastano piccoli oggetti poco costosi per cominciare, incarichi in classe ed arrivare a scambi d'affetto, coccole, riconoscimenti sempre piú forti.
Il metro di paragone inoppugnabile è la patente a punti o il codice di comportamento in uso in molte scuole: per ogni scorrettezza si perdono punti, fino alla rinuncia a qualcosa di veramente fondamentale come la gita d'istruzione ad esempio o il dover ritornare a scuola-guida!
Ma mi raccomando, il peggior comportamento è non tener fede alla punizione, cedere agli occhioni dolci o alle promesse di non porsi più male, guai! Sorvolare sulle scuse o sulle richieste di far pace, NO! Non ci si comporta male, non si fa, proprio perché prima c'è stato l'avvertimento; chi prende una multa si vede decurtati i punti mica chiedendo scusa riacquista nulla, quel che ha commesso ha commesso, paga... così la prossima occasione starà attento...
Per correggere lo sbaglio, per indirizzare i bambini a comportarsi in modo valido, per non incorrere nella sanzione, non servono formule magiche, filtri o pozioni, ma parole chiare, semplici e giuste alla portata di adulti e bambini.
Come sempre la teoria risulta più che chiara, limpida: le regole in positivo, i discorsi fermi e mirati, il comportamento è errato e non il bambino, tanto meno chi azzecca è un angioletto e chi sbaglia il nostro nemico tentatore: oggi piú che mai mi sono sentita piccola e in un mare di errori, come genitore. Non mi resta che studiare, parecchio.
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