Un plauso speciale ai volenterosi coopertori che stanno portando avanti un sogno, oltre che un lavoro, naturalmente, quello di riutilizzare a fini culturali il patrimonio storico-artistico del Paese di montagna, altrimenti votato al degrado e all'abbandono. La mostra del Maestro si snoda in un ambiente accogliente, il cui percorso è interno-esterno fino al raggiungimento dei gruppi scultorei che resero celebre il peperino. Ci sono gigantesche sculture bronzee di fronte alle fontanelle zampillanti e piccole ceramiche nelle teche, quadri di dimensioni considerevoli e intagli preziosi nel legno. La scultura ha qui grande risalto, nel dialogo continuo e mai banale tra antico e moderno, bronzo e peperino, figurativo e astratto. E' un'occasione da non perdere, rivolta anche ai giovani studenti e ai loro insegnanti, perché solo ciò che si conosce si ama e si conserva nel tempo. Ancora una volta, torno a lamentare l'assenza di una parte politica cittadina: nessun rappresentante dell'opposizione è intervenuto ad omaggiare un grande artista, disponibile e alla mano, il cui lavoro non può che arrecare giovamento alla situazione culturale cittadina.
Non ho la pretesa di insegnare nulla, ma mi permetto qualche piccolo suggerimento per migliorare a mio modestissimo parere la fruibilità dell'esposizione:
- servono cartelli che introducano il visitatore alla mostra, riguardanti i motivi e le finalità dell'esposizione, ma anche le scelte dei materiali da parte dell'artista;
- mancano pannelli esplicativi anche scritti in un linguaggio semplice e non necessariamente tecnico, che spieghino le tecniche di lavorazione del Maestro, dalla progettualità alla realizzazione finale;
- migliorerei la visibilità di alcuni cartellini con titolo, materiale e data dell'opera, altrimenti posti a terra, poco leggibili.
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