Festività natalizie, è fondamentale per me essere tutti riuniti, sotto lo stesso tetto, allo stesso tavolo e mangiare insieme, brindare e perché no ragionare, anche i pargoli. Si gioca a tombola, per divertirsi, per vincere pochi centesimi di euro, per non sonnecchiare in poltrona o davanti al televisore. Tanti anni fa, quando si estraeva pomeriggi interi e anche dopo cena, ero estremamente competitiva, partecipavo per arrivare prima al premio in denaro in palio, altrimenti erano lacrime amare, con tanto di presa in giro dei cugini più grandi. E mio padre non prendeva mai le mie difese, il gioco è il gioco, se partecipi e perdi, taci, nessun lamento consentito.
C'è anche mia sorella, direttamente dalla Spagna, tutta per noi, non potrei chiedere di più. Mi manca mio padre, un grande mattatore natalizio, non si tirava mai indietro in qualsiasi gioco "di società", anzi.
Quando saranno grandi, i miei figli, ricorderanno questi momenti? Come si può solo pensare ad un'infanzia senza la festa, la messa con il coro e la musica dal vivo, la tavola imbandita, un menù speciale, tutti i tuoi cari soddisfatti, un po' alticci, magari a lamentarsi anche della lenta digestione?
Eppure la mia amica afferma che sia molto comune trovare nuclei familiari divisi, offesi, irraggiungibili, freddi, sofferenti di solitudine.
Per orgoglio, per superiorità economica, per differente idea politica, per differente credo religioso, per scarso interesse verso la sofferenza del prossimo, per pregiudizio, per divertimento, per avarizia, per invidia.
Che il Santo Natale ravvivi la nostra umanità, la nostra parte migliore.
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