Lo so, è tardissimo, ma non posso infilarmi sotto le calde coperte senza prima aver scritto un articolo di considerazioni personali, molto personali, come faccio sempre, a fine settimana o a fine mandato... Ebbene sì, sembra proprio che anche questo lavoro a tempo determinato, iniziato rocambolescamente qualche settimana fa, sia giunto al termine, sembra che da lunedì rientri la titolare della cattedra che ho occupato con grande emozione.
Tutto ha fine.
E allora sono di nuovo sulla piazza, a disposizione, sono di nuovo il terrore della polvere e la paladina delle tende dimenticate; è dura da accettare, molto meglio discutere di Verga e correggere l'analisi del periodo.
Poi magari riceverò di nuovo una telefonata da una segreteria in un momento di sciatteria qualsiasi...
Continuano certo i tanti lavoretti salva-bilancio, ma poi mi fermo e penso anche ai miei ragazzi del serale, ai loro risultati che visualizzo sui social e mi trovo a riflettere se sono rimasta nei ricordi di qualcuno di loro, di qualche adolescente, di qualche studente dai concetti storici annebbiati...
Certo che questo è proprio l'atteggiamento tipico di chi ha una certa età; mi capitava in passato con i bambini che accudivo, per arrotondare, ai tempi universitari, e quando li incontro li vorrei ancora spupazzare, li vorrei coccolare e colorare con loro i disegni.
Che dire, mi affeziono sempre, vorrei far parte della vita di ogni piccoletto/adolescente/studente che ho incontrato sulla mia strada.
Ma mica è possibile! Qualcuno mi odierà pure...
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