Il paesello mio, quello alle pendici del Monte Cimino, dovrebbe vivere momenti speciali di festa più assidui, dovrebbe essere scoperto, visitato, studiato, coccolato molto più spesso che tre fine settimana all'anno. E pensate che per questi venti giorni di festa, ci si mobilita in massa, un numero consistente di contradaioli, mastri artigiani, cuoche provette e giovani dai talenti speciali, si riparano guasti, si puliscono vicoli, si allestiscono scene storiche fino a notte fonda dalle prime ore del giorno.
Oggi sono uscita con la mia famiglia con una predisposizione d'animo al gusto storico-artistico unito al lato gastronomico, ho guardato e fotografato, intavolato chiacchiere e considerazioni con persone che ritengo interessanti e appassionate, intenzionate a valorizzare questa realtà: ho scambiato opinioni letterarie con Cristina, ho contattato Davide, sono andata a disturbare Gianni e Roberta, ho assaggiato con Rosalba e Giulia e non sono stata delusa, anzi mi hanno arricchito.
Le idee ci sono, le forze per realizzarle pure, i soldi si trovano, ma - a mio modestissimo parere - se non si cambia atteggiamento, la strada da percorrere sarà lunga e difficoltosa.
Mi permetto di esprimere le mie opinioni, il mio modo di vedere e sentire la realtà paesana, liberi voi che leggete di dissentire, insultarmi, confutare o elogiare un poco, ma sempre nel rispetto della persona e dell'uso appropriato delle parole, che sono la mia sola arma.
Ho trovato un castello tirato a lucido, accogliente e buono, ma una parte in secondo piano comunque aperta al pubblico trascurata con calcinacci, sporcizia e rimasugli vari, deprimente; percorriamo chilometri per visitare a pagamento sotterranei e gallerie con la guida e poi a due passi da casa potremmo avere lo stesso, ma anche no.
Nel pomeriggio, durante una manifestazione di bambini ci siamo trovati in mezzo a un parapiglia, qualche parolona di troppo di adulti infervorati senza staffe direi e interruzione forzata dello spettacolo; così non va, specie davanti ai piccoli, che si comportano per imitazione: un'organizzazione da curare nei dettagli, il flusso di visitatori da convogliare senza nessun pericolo per chi si esibisce e per chi guarda o vuole andarsene, libero di scegliere.
I danni alle cose della Contrada del Drago, ne vogliamo parlare? Giovanotti persi nei fumi dell'alcool che non hanno niente di meglio da fare a notte fonda - quando ci si dovrebbe riposare per l'indomani lavorativo - che danneggiare, rompere, mettere fuori uso e insozzare l'opera altrui. Bravi, complimenti: sembra che due colpevoli si siano "consegnati" pentiti, mancherebbe un terzo e non scrivo altro se non "Stancatevi di lavoro, andate a guadagnare il pane che mangiate e i soldi per ripagare i danni che causate, invece di ridere delle bravate!".
VISTA PAESELLO E MONTE CIMINO, DAL CASTELLO ORSINI
ESIBIZIONE MATTUTINA DEI PICCOLI DEL RIONE SAN GIORGIO
GLI INTERNI DI UNA DIMORA STORICA, IN VIA BENEDETTO BRIN, RESTAURATA E APERTA AL PUBBLICO DA GIANNI E ROBERTA
I VICOLI DELLA ROCCA, DOVE HO TRASCORSO LA MIA INFANZIA, COCCOLATA DA NONNA PEPPA E NONNO PEPPE
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