E hai atteso invano una telefonata, quella a cui tieni per trascorrere momenti diversi, per le confidenze personali, per un appuntamento che ancora una volta si allontana.
E hai sonno, tanto sonno, colpa dell'ora solare che indica un punto mentre il tuo corpo ne ribadisce un altro.
E ripensi a quante fregature sono passate sotto ai ponti nell'attesa di quegli amici/non amici che si sono dileguati, nel silenzio delle loro azioni, nel rimprovero stampato sui volti, nella supposta superiorità di essere nel giusto.
E vorresti leggere qualche pagina del libro prescelto, un classico che ti aspetta sullo scaffale, ma gli occhi si chiudono e il cervello tentenna.
E il mondo tace, vorresti sentirlo chiamare il tuo nome, vorresti possedere la soluzione ai problemi, l'intelligenza di chi ce l'ha fatta, il sorriso di chi si sente arrivato.
E hai scavato troppe volte con il cucchiaio nel barattolo della crema di nocciole e ora ti senti in colpa, vorresti sprofondare nel girone dei golosi e scontare la tua pena, basterebbe anche una dieta ferrea, quella a cui dici di appartenere usando una splendida bugia.
E quando per l'allerta meteo tutti rimarranno a casa, le scuole chiuse e i lamenti sempre aperti per tutto il giorno, pensi che sia meglio preparare la scorta di ingredienti.
E ti senti sola contro tutti, contro il mondo: come fanno le altre ad apparire perfette, connesse, informate, invitate, svitate, sciolte e ben accolte?
Sarà mica il caso di tornare dal barattolo?
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