mercoledì 21 novembre 2018

TUTTA COLPA DELL'EMISFERO

 Parole grosse oggi al corso di formazione con la dottoressa Sandra Falzone, al quarto incontro di dieci, ultimo del 2018, si riprenderá dopo la pausa natalizia.
 Intanto la dottoressa ha concluso il discorso lasciato in sospeso quindici giorni fa sulla terapia farmacologica, una delle possibili soluzioni in aiuto dei piccoli e delle loro famiglie, non l'unica e certo non miracolosa, ma da tenere comunque in considerazione; poi ha specificato quali sono i veri problemi da affrontare con i piccoli, quali i miti da sfatare e i tabù da chiarire e affrontare.

 Il succo di quasi tre ore di incontro pomeridiano affascinante potrei indicarlo in una sola parola: comunicazione, che si badi bene non si intende lo scambio di informazioni verbali, battute o botta e risposta, no; comunicare, capirsi, anche a gesti, indicare, guardarsi negli occhi, saper usare i codici, capirsi sui codici: sembra semplice, ma non lo è. Si comunica con il tono della voce e attraverso i neuroni specchio: una stessa domanda, modulando il tono vocale si modifica, assume connotazioni diverse e rimane più o meno impressa nel pargolo, se non comprende la differenza presenta dei disturbi. Dobbiamo riappropriarci dell'insegnare il fare, comunicare prima ancora che con il linguaggio, con il corpo, la voce, i gesti, gli occhi, il sorriso d'approvazione.

 Quando si tratta di disturbi del neuro sviluppo, entrano in gioco talmente tanti fattori, che i docenti devono formarsi per capire e decodificare certi comportamenti, analizzare le varie situazioni per poter agire, supportare e indirizzare gli adulti che ruotano intorno al minore.
 Sesso, sessualità, identità e ruolo di genere, orientamento sessuale: società in evoluzione, si cominciano a trattare certe situazioni sin dall'infanzia, si prende coscienza della disforia cioè la difficoltà di sopportare, quando un bambino soffre o semplicemente preferisce certi giochi non convenzionali, non facilmente identificabili con il suo sesso? Ecolalia: quando il bimbo non comprende che gli si sta porgendo una domanda e allora ripete la frase che gli viene rivolta; disprassia: il disturbo delle funzioni esecutive, difficoltà nell'organizzare le sequenze motorie per arrivare allo scopo e il piccolo risulta goffo e come impacciato.
 E ancora, le caratteristiche del disturbo oppositivo-provocatorio e quelle del disturbo della condotta: componente genetica, ambiente di crescita, genitorialità, nessuno escluso; si chiariscono diversi dubbi, che sorgono sia come genitore che come insegnante, ma il punto di partenza risulta sempre lo stesso: non trascurare alcun segnale, affrontare la questione e cercare possibili approcci non per punire il bambino o farlo sentire inadeguato, ma sviluppare nel piccolo la consapevolezza del comportamento sbagliato, indicargli la strada da seguire con gradualità e gratificazione per i risultati raggiunti.
 La parte consistente dell'appuntamento odierno - se per caso fin qui vi sembrasse complicato - comunque è stata la caratterizzazione dei due emisferi del cervello: il destro, cui spettano i sentimenti, i ricordi, le emozioni, l'intuito, la musica, l'arte, l'immaginazione, apprezzare, il contesto, l'impulsività, la socievolezza, il gioco simbolico, la comunicazione non verbale.
 E il sinistro? Logico, analitico, specifico, le sequenze, i dettagli, la realtà dei fatti, la lista delle parole, il passato, il personale, il pensiero in senso matematico-scientifico, la pianificazione, il ricordo del vissuto. Il sinistro legge, il destro riconosce i colori: provate a leggere i nomi dei colori scritti con cromie diverse; il metodo globale per imparare a leggere non funziona, meglio il tradizionale fonico-sillabico.
 E argomento finale i disturbi dello spettro autismo, tanto per entrare un poco nello specifico, rendersi conto dell'importanza di una diagnosi tempestiva che deve sopraggiungere molto prima dell'ingresso alla scuola dell'infanzia; sono cambiati i criteri per riconoscere la patologia grazie alla ricerca a livello mondiale dal 2013.
 Un corso mai noioso o pedante, intreccio di teoria e pratica, tanti gli esempi portati dalla dottoressa, le sue considerazioni e le tattiche per stanare i veri colpevoli di un comportamento "strano" o di un atteggiamento fuori dalla norma; viene tracciato un sentiero per affrontare certe situazioni, i problemi si chiamano con il loro nome, non si lascia nulla di intentato e ogni adulto deve sobbarcarsi la propria responsabilitá nel riconoscere, capire e cercare di risolvere una situazione, senza chiusure mentali, posizioni di principio o veli coprenti.

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