Argomento: si deve obbligare un ragazzo alla lettura?
Risposta mia: sì.
Allora, ognuno possiede un'idea, una convinzione, libero di esprimerla, condividerla, accettare che gli altri parlino o rimanere arroccato e chiudere le orecchie.
Si parla di piacere della lettura, di invitare i ragazzi alla scoperta di testi, di consigliare di recarsi in biblioteca e assaporarne l'odore, entrare in sintonia e lasciare libertà di azione.
Si può stilare un elenco di testi da leggere, si può consigliare quale comprare, regalare o peggio, scrivere una classifica degli autori più efficaci?
Lo scorso anno, quando tenevo in mano tre classi, ho suggerito un elenco adatto ad ogni età, da cui attingere per cominciare; ho imposto la lettura di un testo al mese, con relativa relazione finale; ho messo in piedi una piccola biblioteca scolastica che a fine anno contava circa ottanta volumi e non me ne vergogno, anzi, ne vado estremamente fiera.
Diciamocelo, se si lasciassero liberi i ragazzi di andare o no in biblioteca, se fosse nelle loro mani la decisione di consultare o meno pagine scritte fitte di un argomento ostico, difficile, lo farebbero? Quanti uscirebbero di casa felici di lasciare il letto, la cameretta, il divano, la poltrona, i giochi elettronici, il telefonino per andare in un luogo di cultura, che nell'immaginario adolescenziale equivale alla scuola? L'obbligo è per me un piccolo espediente intanto per costringere il ragazzo ad entrare in biblioteca o in libreria, fatto non scontato neanche per i genitori; se è un compito, se si deve fare, allora bene o male, la consegna si porterà a termine, altrimenti ne dubito; poi scatterà la passione, il piacere, la curiosità. Oggi ci potremmo anche accontentare di un film tratto da, potremmo guardare un video, un filmato, una video-chiamata, una recensione scritta o peggio registrata dall'ultimo dei cialtroni da salotto, anzi da cameretta che abbiano attivato un canale in rete.
La cultura, la scoperta e la bellezza si apprendono, si ereditano, si assorbono: ne sono convinta; come genitori, intanto possiamo fare molto; poi subentra la scuola.
Non si può pretendere che i giovani apprezzino e salvaguardino il nostro patrimonio se siamo noi i primi a snobbarlo, se pochi si recano in visita nei musei, se pochi comprano libri, frequentano cinema, pochissimi assistono a spettacoli teatrali, ma come possiamo pretendere che i nostri figli si appassionino all'arte, alla bellezza, al bel canto e alla parola scritta e non urlata?
Nel mio paesello non ci sono poi così tante attrattive, non che ci sia questa vita mondana che distragga dal quotidiano, eppure molti bimbi prendono la tessera gratuita della biblioteca solo una volta entrati alla scuola elementare, quando poi la maestra assegna la lettura di un libro ogni venerdì per il lunedì.
Rinunciamo ad una domenica al mese nel centro commerciale e passiamola con i pargoli in visita ad un museo, una dimora storica, un parco a tema, al cinema, a teatro o semplicemente organizziamo una merenda in taverna, a base di buoni libri e saporiti biscotti fatti in casa.
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