Quando nasci femmina sai già che nella vita dovrai meritarti tutto quello che ti arriverà, tutto quello che ti accadrà dovrai sudartelo, altrimenti verrai etichettata come una poco di buono, una che si vende per la gloria, la fama, il successo, il posto di lavoro, senza effettivamente possedere le carte in regola.
Una donna viene verbalmente linciata quando sbaglia in macchina, sul lavoro, per strada: qualche giorno fa sul muro di un palazzo al paesello hanno pensato bene di esprimere le loro povere opinioni contro una vigilessa; gli uomini sì vengono offesi, ma alle donne spetta la stessa lista maschile più tutto il risvolto femminile porno.
Quando vuoi attaccare pesante qualcuno, come lo apostrofi? Figlio di... tua madre è una grande... e giù tutto l'elenco, o sbaglio? Quando una donna sta al comando di un'azienda, quando risulta capace nel proprio lavoro, quando comanda e si fa rispettare, non si definisce una con le pall£? O con gli attributi, più signorilmente.
Se sei di bell'aspetto, sicuramente hai poco cervello e se ce l'hai ti conviene tenerlo sottochiave perché all'uomo non piace essere sottomesso, tenuto in scacco o guidato dal gentil sesso; se invece sei bruttina, o ti chiami Rita Levi Montalcini o Margherita Hack o non troverai uno straccio di lavoro neanche al bar, dove cercano ragazze di bella presenza, non tipe sveglie o sgobbone.
Se ti danno fastidio in discoteca o in un locale qualsiasi non hai scusanti, meglio se esci con il velo da suora, altrimenti te la sei cercata, non puoi truccarti e vestirti come vuoi, no, saresti provocante, saresti una preda facile, quelli l'istinto animale non lo sanno tenare a bada.
La donna non sa guidare.
La donna sta bene ai fornelli.
La donna che va in palestra abbandona la famiglia.
La figlia femmina non abbandonerà mai la casa paterna, sarà di sicuro più attaccata ai genitori.
Ancora non avete figli, ci sei andata dal dottore.
Ha sposato uno ricco, apposta, così si fa mantenere.
Il brutto purtroppo che molti di questi pensieri vengono elaborati, scritti e condivisi dalle donne stesse, nei confronti di altre donne, amiche/nemiche, colleghe, vicine di casa, parenti, giovani e vecchie, istruite e analfabete, disoccupate o lavoratrici, zitelle o ammogliate che siano.
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