Si arriva sul campo sempre un'ora prima dell'inizio, tempo sfruttato dagli accompagnatori per prendere un caffè anche se il primo bar disponibile dista almeno un chilometro dal campo. Si va a piedi per scaldarsi, per chiacchierare e per rimanere allenati, tosti.
Il paese ci accoglie con quei caldi colori autunnali splendidi: il grande parco centrale sonnecchia sotto un manto di foglie, è un piacere passeggiare anche con l'ombrello aperto.
Vi informo subito che i Nostri, in completo verde fosforescente, hanno perso; anzi gli Altri, i gialli, hanno vinto meritatamente: erano sopra di una rete, già nel primo tempo, quando hanno subito un goal poi annullato per fuori gioco e da lì la discesa.
Gli avversari si sono incattiviti, prendendo sempre più coraggio, hanno spinto proprio per ribaltare il risultato e alla fine hanno visto i loro sforzi premiati, tutto qui.
I Nostri non hanno mostrato di voler mantenere la vittoria, ad esclusione di Amauris, numero 11, svelto e instancabile, ma certo non miracoloso; come sempre, il migliore in campo Samuele A. e menomale che c'è Samuele che blocca il gioco nemico!
Vorrei precisare ancora una questione: scrivo delle avventure calcistiche della squadra 2004, ma non ci capisco molto, seguo il mio ragazzo che è uno di quelli che rimangono in panchina fino a venti minuti dalla fine, non scende in campo sin dal primo minuto, ma va bene così.
Non si tratta di esaltare un campione in erba o di vestire i panni da procuratore, quando meriterà il posto da titolare lo decide l'allenatore.
Credo che i ragazzi debbano giocare per divertirsi, certo anche per vincere, ma sempre nel rispetto degli avversari, che comincia col riconoscere di non aver dato il massimo in campo, ragion per cui sono stati battuti da quelli più grintosi, più cocciuti, più bravi anche.
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