Mamma/catechista e pargoli "grandi" pronti, si parte sotto la pioggia, il pullman è quasi tutto pieno, bel gruppo variegato: bambini del catechismo, educatori, giovani e meno giovani e, naturalmente, don Enzo. Arriviamo e siamo i primi a segnarci e a ritirare i cappellini, bianco-verdi, a qualche signorinella non sta bene il modello e si brontola, iniziamo bene, già qualcuno ha fame e tira fuori dallo zaino il contenitore della pasta...
Aspettiamo il costituirsi di un serpentone di partecipanti, ogni gruppo con il proprio cartello più o meno fantasioso, farsi riconoscere è fondamentale.
Dura l'attesa, ma al fine si marcia: per le strade del centro storico di Civita Castellana, si arriva alla piazza centrale e ci si appressa la palco, da dove gli animatori ci chiamano col microfono, grida e applausi. Si balla un poco, discorsi, benedizione e poi via alla ricerca dei punti-gioco dove ci sono volontari pronti a tirare la palla, reggere la bandiera, giocare con la memoria e tanto altro per intrattenere i bimbi e poi timbrare il "passaporto del pellegrino" di ognuno (già compilato e studiato al catechismo). Un percorso per tappe, come il cammino della vita: ammirare, perseverare, condividere... Pranzo al sacco e dolci offerti dalla popolazione locale: gioia per gli occhi e tentazione irresistibile per il palato, altro che rinunce cristiane e digiuno...
Tutti nella cattedrale, seduti a terra ma molto vicini al centro della scena e chi ci sposta più?
Il vescovo è in ottima forma, splendide le parole d'accoglienza, ma il commento al Vangelo del "Padre misericordioso/parabola del figliol prodigo" è da ricordare a vita.
Saluti finali, si sale sul pullman sotto una pioggia battente, ormai che importa, stanchi ma felici e rammaricati che tutto sia già finito.
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