Premessa d'obbligo: per me è il primo anno di partecipazione come commensale, sono sempre stata una semplice spettatrice nelle altre otto edizioni.
Sono ritornata da poco dal primo degli appuntamenti goderecci della Sagra, tecnicamente è il CONVIVIUM SECRETUM, volgarmente è la cena medievale, anche se con quel periodo storico molte portate che si assaggiano non hanno nulla a che spartire.
Scrivo orgogliosa di quel che i quattro rioni del paesello riescono ad organizzare, non basta un semplice ringraziamento per tutto il lavoro di studio, preparazione, allestimento e messa in opera che ho vissuto e ammirato per più di tre ore.
Sono passata di taverna in taverna, di rione in rione in compagnia delle volontarie della biblioteca, splendide semplici ragazze con cui ho avuto modo di scambiare pareri su cibo e ambientazione, quinte teatrali e luci diffuse: ad ognuna il suo piatto preferito, ad ognuna i suoi gusti. Ho assaggiato tutto, ho mangiato tutto di gusto, con molto piacere - come poteva essere altrimenti - qualcosa mi ha deluso, qualcosa mi ha fatto leccare i baffi e qualcosa mi ha riportato dolcemente indietro nel tempo.
Quanto segue non vuole essere una critica malevola, malvagia o distruttiva - come va di moda definire oggi - ma riporto le mie impressioni, le mie idee, se a qualcuno interessano ben venga, se le trovate stupidaggini che si cambi canale!
Abbiamo visitato la mensa del cardinale, magica atmosfera; abbiamo mangiato alla tavola degli sposi, azzeccata; abbiamo passeggiato in un villaggio medievale in miniatura, carico di atmosfera e abbiamo girato tra i letti degli appestati, fantastico. Però...
Solo in una taverna ci hanno omaggiato di un foglio esplicativo fronte retro/italiano inglese per capire cosa stessimo visitando e gustando, ci hanno servito dell'ottimo cibo su piatti di coccio, mesciato acqua e vino da brocche di coccio in bicchieri di coccio e abbiamo usato una forchetta di metallo, altrimenti in tutti gli altri punti ristoro siamo stati serviti da contenitori di plastica in piatti di plastica, utilizzando stoviglie di plastica.
Quel che contesto è la poca o scarsa attenzione al visitatore pagante che, come noi, avrebbe voluto capire di più sugli squisiti aromi e sugli intensi profumi in campo. Anche l'ambientazione delle locande ha lasciato molto a desiderare e poco ha colpito la mia passione storica. Tutto qui.
L'apertura di Palazzo Chigi ai visitatori non ha prezzo: girare per le stanze del pianterreno brulicanti di personaggi in costume d'epoca, luci soffuse e calde, al suono di un canto melodioso era solo uno splendido sogno fino a poco fa, questa sera un pezzo di storia è stato restituito alla cittadinanza avida di ammirare un palazzo da troppi anni chiuso e abbandonato - con me c'erano ragazze che non avevano mai messo piede oltre il grigio portone!
La Sagra è anche questo, viva la Sagra!
Allego alcune delle foto scattate da Valeria con il cellulare, tanto per testimoniare di cosa sono capaci i nostri rioni in fatto di gusto e vista; per l'olfatto, il tatto e udito accontentatevi delle mie povere parole.
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