L'altro giorno mi lamentavo - tanto per cambiare - con mia sorella via messaggi del mio carattere poco risoluto e anzi piuttosto remissivo con gli altri, in generale, con chi non è strettamente di famiglia: ho sempre paura di sbagliare, offendere, superare la soglia della confidenza ed entrare nell'invadenza.
Questo mio atteggiamento però mi comporta comunque imbarazzo esterno e arrabbiatura - ma vorrei utilizzare altro termine tecnico - interiore. Mi arrabbio da sola, con me stessa di questo permissivismo, di questa scarsa risolutezza nell'imporre il mio punto di vista, le mie condizioni e le mie scelte, poi mi adatto a chi ho davanti, a chi mi cerca e chiede di me.
Perché è tanto difficile proporre a parole agli altri i tuoi pensieri, lo sapete già quanto prediliga la lingua scritta per comunicare, per invitare, per criticare...
Allora mia sorella se ne è uscita con un termine che neanche conoscevo, una parola che renderebbe bene l'idea sul da farsi!
Si tratta dell'essere assertivi, cioè?
So di non sapere, ne sono consapevole, quindi ho cercato il significato.
Soddisfatta del risultato, sempre cosciente della teoria e desiderosa di applicare le regole riscontrate, mi chiedo riuscirò mai a parlare chiaro, sempre poi a mio favore? Riuscirò ad impormi senza passare da prima donna, Grande Madre o semplicemente antipatica da scansare?
Non è facile per niente, ammiro certi individui che riuscirebbero a parlare per ore dei loro enormi pensieri, senza concedere ascolto ad altri o cedere la parola...
http://www.stateofmind.it/2014/11/assertivita-comportamento/
Nessun commento:
Posta un commento