mercoledì 28 marzo 2018

APRI LE TUE ALI

 Oggi durante le ore di lezione il Dirigente scolastico è passato per un saluto agli alunni e agli insegnanti; sono vicinissime la vacanze pasquali ed ha voluto ricordare a tutti come lavorare in una sede distaccata offra i suoi privilegi e nessun inconveniente.
 Alcuni potrebbero pensare, altri credono veramente di essere dimenticati, si sentono figli di un dio minore e sgomitano per attirare l'attenzione, alzano la voce, battono i piedi.
 La Preside ha tenuto a sottolineare che i ragazzi nati e vissuti in un piccolo centro, studenti lontani dalla sede centrale non debbono ritenersi né sfortunati, né abbandonati o peggio negletti e dimenticati da chi comanda. I ragazzi, specie quelli svegli, intelligenti, pronti a captare ogni minimo suggerimento non mancano di nulla, non sono svantaggiati e non partono con un carico inferiore, anzi: abitare in un paesino di provincia facilita il rafforzamento delle radici familiari, ci si sente sempre parte di una comunità forte, che certo alcune volte soffoca e controlla, ma proprio per questo vigila ed è presente, aiuta e soccorre al momento adatto chi sbanda, devia, si smarrisce.
 I ragazzi possiedono comunque tutte le carte per affrontare nel migliori dei modi gli anni adolescenziali: scuole, corsi di perfezionamento di lingua, diversi sport, vita all'aria aperta, gruppo, amicizia, legami forti, tutto un bagaglio che poi andrà a completarsi con viaggi di studio, soggiorni all'estero, anni universitari lunghi e travagliati ma comunque affrontati quando si hanno le spalle grosse, forti, tali da reggere l'urto, sopportare e andare avanti.
 Buono, mi piace questo spunto di riflessione: siamo minori, minorati, infelici o cosa?
 Adoro, lo sapete, vivere nel piccolo: il paesello mio offre molto e tutto quello che posso recepisco e contribuisco ad arricchire. Troppo facile lamentarsi, snobbare, paragonare e poi scrivere sui social: quel che abbiamo non va disprezzato, ma valorizzato, fa parte della nostra cultura, del nostro modo di essere, ragionare e confrontarsi con gli altri; poi da grandi si decide cosa scegliere, dove lavorare quando ormai le radici sono forti, e l'albero si tiene forte al terreno degli affetti.
 Conosco molti giovani che hanno tentato al fuga e poi sono ritornati; altri  - come mia sorella - che non intendono neanche parlarne; bene in qualsiasi caso, l'importante vivere sereni e forti, integrati? Non mi piace questo aggettivo/verbo, no.
 Siamo tutti esseri umani, di razza, animali sociali, diceva qualcuno famoso.

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