C'erano i loro cari in chiesa a ricordare, a pregare, chiusi in un dolore che nessuno dovrebbe provare mai, figuriamoci una madre e un padre, coloro che danno la vita, pronti ad ogni sacrificio per sostenere e crescere un figlio... E quel figlio assennato esce di casa per compiere il proprio dovere con giudizio e serietà, per non rientrare più.
Mi ricordo bene la disperazione del paese tutto in quella terribile occasione, una tragedia corale, tutti si sono stretti allora intorno alle famiglie, poi gli anni leniscono il dolore, le ferite sembra che si rimarginino, ognuno assorbito nella propria quotidianità pensa ai piccoli grandi casi della propria esistenza.
Quelle madri non hanno mai dimenticato, la vita non è stata più la stessa, sarebbe mancato sempre qualcuno a completare la gioia familiare, a rendere completa la festa.
E mi sono ritrovata a pensare a mio padre, alla forte mancanza che ancora sento, ai miei figli che sempre mi chiedono di lui; ad ognuno la sua croce, il suo dispiacere, il tormento dell'anima.
Siamo uomini, non riusciamo a comprendere in pieno il disegno divino, non accettiamo con rassegnazione i colpi della vita, no, questo l'ho capito, ma più passa il tempo meno riesco a giustificare o a trovare parole di conforto per chi ha il cuore ferito.
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