E molti non si troveranno d'accordo con le mie idee, credo comunque che ne potrà nascere un ottimo scambio, un confronto tra diversi punti di vista; intanto vi presento il mio, nel solito modo, l'unico che conosco e cerco di onorare: scrivo.
Allerta meteo annunciata e acclamata, mio marito mi aggiornava come un orologio svizzero sull'arrivo della perturbazione, le temperature, le precipitazioni e tutto il resto: l'ho odiato!
Comunque le previsioni sono state rispettate: neve in grande quantità, nella notte tra domenica e lunedì, bene, anzi no! Provincia all'arrembaggio, mezzi esigui, interventi rallentati, difficoltà per tutti, specie per coloro che non sono fisicamente autonomi. Scuole chiuse: messaggi, proclami, bollettini, righe social a gogò... Per tutta la settimana. Per quanto tempo? Per tutta la settimana e siccome in concomitanza arriveranno le elezioni, i piccoli delle elementari si sono seduti sui banchi per l'ultima volta venerdì 23 febbraio per ritornarci mercoledì 7 marzo.
Assurdo: nessuna lezione, corsi vari interrotti, socializzazione, letture ad alta voce, amicizie, compagnia, confronto, crescita, merende, test ed esercitazioni, compiti e interrogazioni. Niente.
Tutto fermo, mi spiace ma così non va.
Mio marito, che ha un buon lavoro a tempo indeterminato ma nel settore privato delle telecomunicazioni, lunedì all'ora di pranzo ha montato le catene alla macchina più scassata di casa - la mia - e ha raggiunto il capoluogo, sollecitato dal capo, integerrimo.
Ai miei tempi, se ti alzavi la mattina e c'era la neve non andavi a scuola, oppure ti recavi fino al portone, constatavi la chiusura e te ne ritornavi a giocare nel vicinato; niente passaggi in macchina - le mamme allora non erano auto-munite, si procedeva in moto-scarpa senza frignare o lamentarsi. Al liceo? Come sopra, viaggio da pendolari in treno, il primo che passava si prendeva e si ritornava all'ovile; non ricordo nessuna scenata di mia madre, senza tecnologia ci siamo comunque diplomati, laureati... E i geloni ai piedi non hanno mai fermato le nostre scorribande, le scivolate con le buste nere...
E il diritto allo studio per i nostri ragazzi?
Eccesso di zelo, paura di ritorsioni burocratiche, impicci legali, volemosebene...?
Ogni giorno in meno di lezione, per me, è una pena e lo affermo anche come insegnante a tempo determinato; tutto si aggiusta, tutto si livella alla fine, ma il tempo è il nostro unico bene che non si recupera, lo abbiamo perso, saremmo stati più ricchi di parole, emozioni, idee.
Fine.
La scuola è aperta a tutti.
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