Da dove cominciare?
Finalmente anche il paesello si è dotato di un teatro, o meglio il cinema adibito per una sera a settimana a teatro, ingresso gratuito, il venerdì per dieci settimane una rassegna vera e propria, finalmente.
Compagnie di teatro amatoriale, di un certo livello, si alterneranno sul palco e questa sera abbiamo assistito alla prima uscita, traduzione di una commedia antica, da letteratura latina, dell'autore che ben si studia insieme a Terenzio, un certo - si fa per dire - Plauto, il migliore.
Napoli, un avvocato ben fornito, una moglie, un'amante esigente, il parassita e uno scomodo personaggio che piomba nella sua vita con il suo fedele servitore e altri personaggi a contorno.
In due atti, l'intervallo scorre veloce, le quinte non cambiano mai: semplicemente due facciate di edifici, due porte d'entrata di casa, quella familiare e quella fedifraga, qualche panca su cui sedersi.
Divertente, spassosa, bravi tutti specie il protagonista Menecmo.
Però...
Purtroppo l'inizio dello spettacolo è slittato di circa quaranta minuti, sono seguiti poi i vari ringraziamenti e i saluti, il che ha comportato rimanere in teatro per quasi tre ore.
Molti dei posti in platea erano riservati, quindi i comuni mortali si sono dovuti accontentare delle ultime quattro file di poltrone per una quarantina in tutto e - gioia dei nostri occhi - erano tutti occupati, tanto che gli ultimi arrivati sono saliti in galleria...
Nota stonata, ma forse colpa mia, ho sottovalutato il linguaggio delle commedie: ho ascoltato molte parolacce, per carità anche causa di ilarità generale, battute volgari spiritose, comunque non adatte ai piccoli - pochi comunque importanti, perché si educano da piccoli gli adulti di domani- spettatori presenti.
http://www.treccani.it/enciclopedia/menaechmi/
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