Nostro malgrado, abbiamo affrontato una settimana bianca, gratuita per carità, ma imposta diciamo.
Il paesello sotto una coltre candida sin dalla notte tra domenica e lunedì: ci siamo risvegliati nel silenzio che solo la neve costruisce, niente autovetture, niente traffico, niente.
E così è cominciata una difficile convivenza gomito a gomito, schiaffo a schiaffo, dispetto a dispetto per tante lunghe ore, talvolta interrotte da una passeggiata tra i ghiacci, una cioccolata o un cappuccino al bar.
La neve invita al gioco e al divertimento... E la fame? Tanta, tantissima: si mangia, si cucina, si sperimenta, si condisce e si accumula; dolce, salato, agrodolce, fritto, sottolio, al forno, alla diavola, carbonara, brodi di ogni tipo. Mannaggia la miseria, mai un virus a salvarti dal giudizio della bilancia.
E così è trascorsa la vacanza bianca de noantri, tra litigi, rappacificazioni, strette mortali, duelli di spade e lotte corpo a corpo... E menomale, dico io, peccato che manchino i giorni di chiusura istituto per le elezioni - le disgrazie non vengono mai da sole...
Una nota positiva però la devo sottolineare, ci siamo girati in lungo e in largo il paesello nostro, anche perché eravamo a piedi, causa di forza maggiore, tra i mucchi di neve come igloo polari; la nota negativa? E niente la stella di Natale non ce l'ha fatta ed io che la credevo adatta al nostro clima, anzi felice di stare sul balcone a godersi il panorama innevato... Una truffa vera e propria, trattasi di pianta tropicale, che desidera coccole a 15 - 20 gradi, di natalizio possiede solo il colore, deformazione d'affari.
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