Visita che mi ha lasciato l'amaro in bocca.
Avevamo prenotato e pagato in anticipo dal sito, invece una volta arrivati come indicato 15 minuti prima dell'appuntamento abbiamo scoperto una biglietteria funzionante in cui chiedere spiegazioni sulla carta fedeltà.
Questa carta rilasciata da tutti i siti di Beni Culturali dei dintorni al biglietto intero pagante offre l'opportunità di sconto in altri luoghi e locali. Ne usufruiremo prossimamente, questa persa.
In attesa dell'inizio si può visitare un piccolo museo in cui sono ricostruiti ambienti preistorici, semplice ma carino.
Abbiamo atteso l'arrivo di tutti i prenotati e ci siamo avviati a piedi all'ingresso vero e proprio del sito, circa 800 metri: una cava di argilla in cui fortuitamente durante i lavori di scavo sono stati ritrovati tronchi fossilizzati di alberi tipo sequoia. La guida che ci ha accompagnati ha mantenuto un tono uguale, senza grosse variazioni, senza tanto entusiasmo: poche spiegazioni lineari, essenziali.
Non si possono divulgare le foto per il vincolo della Soprintendenza, ma si tratta di emergenza dal terreno di grandi tronchi con radici in obliquo coperti da lamiere a capanna, come si usa con le carte da gioco. Terra arida, erba incolta, spesso rovi ed erbacce infestanti, per non parlare dell'abbandono di una struttura, come una grande serra, utilizzata per tentare di conservare questi fossili.
Parliamo di testimonianze di due milioni di anni, lavori e strutture abbandonate da Università e Soprintendenza, tentativi di copertura a resina andati a male e due tentativi di incendi dolosi.
Nessun percorso indicato, cartellonistica semplificata per i piccoli, niente di accattivante o "sorprendente ". Le foto del sito ufficiale non sono indicative dello stato attuale, un vero peccato, perché si tratta di uno dei quattro esempi conosciuti in tutto il mondo. Di quattro due in Italia, una in Piemonte e una questa umbra, una rarità insomma.
https://www.forestafossile.it/
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