martedì 9 agosto 2022

TI HO A CUORE, SEI IMPORTANTE PER ME: BARBIANA

  Provo a raccontarvi cosa ho sentito questa mattina a Barbiana, cosa ho provato durante la visita alla scuola di Don Milani, dall'arrivo alla stretta di mano di saluto ad Agostino.

 Emozioni, commozione, pelle d'oca: sentire il racconto di uno dei primi sei allievi del Priore, Agostino appunto, chierichetto che per primo ha accolto quel nuovo parroco al suo arrivo in un piovoso 7 dicembre. Gente di montagna, contadini, mezzadri sfruttati e poveri, poco avvezzi anche a lavarsi: una pluriclasse. Agostino aveva allora 8 anni e non ha mai smesso di seguire, ascoltare, imparare da don Lorenzo: fare senza perdere tempo, costruire gli strumenti per osservare le stelle, intagliare il legno, piantare chiodi, sciare con gli sci di legno realizzati da loro stessi, accogliere studenti e amici stranieri per imparare le lingue straniere, a nuotare, scavare la roccia e costruire la piscina...

 La scuola di tutti, nessuno escluso: senza voti, senza giudizi, si procedeva tutti insieme al ritmo del più lento del più debole per fare in modo che chi fosse in grado aiutasse gli altri, il grande per il piccolo.

 Don Milani pur estremamente erudito e studioso, parlava correttamente sei lingue, non era in grado di saper fare tutto, ma la sua grandezza è la sua forza stava nel chiamare e nell'affidarsi ad esperti e mastri che potessero guidare i giovani nei mestieri. 

 Per gran parte l'incontro si svolge nella sala che fungeva da aula didattica: ci sono cartine disegnate dai ragazzi, grafici, schemi grammaticali, foto, strumenti appunti per imparare, per non dimenticare: le nazioni monarchiche, la composizione politica del parlamento italiano, ma anche la Terra Santa, il Padre Nostro in cinese e indicazioni scritte di pugno dal Maestro in tedesco, che egli credeva la lingua del futuro. 

 Il doposcuola per aiutare i figli dei contadini, il superamento degli esami di terza media, l'avviamento al lavoro: istruzione, parola che apre le porte, che migliora l'esistenza.

 Si visitano gli ambienti didattici, l'officina, la piscina, la chiesina con i mosaici alle vetrate, il piccolo cimitero che colpisce per la povertà, le tombe semplici e spoglie.

 Silenzio, raccoglimento: il tempo lì sembra essersi fermato e la potenza della parola di Agostino che racconta ci ha riportato a quelle lezioni di urlacci e scapaccioni di un Maestro che si comportava da padre e li amava come figli.

 Santo Scolaro sull'altare della chiesa, una persona di forti principi ma scomoda e poco amata dal mondo contemporaneo, quando c'era il dopolavoro e la casa del popolo, un prete che si prodigava per l'istruzione in canonica era un nemico per entrambe le parti politiche.

 Immenso Don Milani, che tanto può ancora insegnarci nel guardare il mondo degli ultimi, nel considerare la società, nel messaggio di non prendere nulla alla leggera, di studiare e documentarsi prima di rispondere, di non lanciare sentenze o opinioni infondate.

 Abbiamo preso la tessera come famiglia e acquistato qualche libro per impare un poco leggendo su questo prete che ha visto anche la sua opera maggiore messa all'indice e riabilitata solo da papa Francesco. 

















4 commenti:

  1. Grazie, cara Alessandra, di condividere con me la devozione e ammirazione per un maestro rivoluzionario davvero ❤️ Splendido reportage

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    1. Professoressa conosce i miei intimi dissidi e le difficoltà, la voglia di fare e il timore di sbagliare. Don Milani non può che essere un faro da seguire in questo momento di buio❤️ A presto❗️

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  2. Sempre brava a comunicare anche emozioni!

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