sabato 9 settembre 2017

QUANDO I COMPITI...

 ... Innescano troppe polemiche.
 Sono favorevole ai compiti estivi, figuriamoci per quelli invernali, dei nove mesi scolastici!
 In questi giorni di fine vacanze, a ridosso dell'inizio dell'anno scolastico, si rincorrono notizie, voci, sussulti e fumate nere: compiti sí compiti no, compiti forse.

 Allora, mettiamo in chiaro alcuni punti: il dovere non ha mai fatto male a nessuno, rispettare delle scadenze inevitabilmente permette di maturare in modo giusto e coerente, bisogna concentrare le forze, bilanciare gli impegni e calcolare il giusto sforzo profuso.
 Certo, molti bambini restano a scuola fino a pomeriggio inoltrato che in pieno inverno equivale ad uscire quando é quasi buio e la voglia di continuare ad imparare languisce, ma ammettiamo pure che le ore pomeridiane non sono fruttuose, lisce e piene come quelle del mattino.
 Fosse per me, aprirei la scuola il sabato, piuttosto che concentrare tutto lo scibile in cinque giorni antimeridiani, perché dopo tante ore di lavoro sui banchi la concentrazione svanisce, scema, si perde; in alcune scuole si rimane per sei ore: dopo la seconda ricreazione raccogliere e ingabbiare l'attenzione dei giovanotti con gli ormoni impazziti é una vera sfida, non voglio pensare cosa si provi a spiegare qualche teorema matematico o una legge fisica!
 I compiti rafforzano, sviluppano certe nozioni che l'insegnante a scuola spiega e illustra, ma che inevitabilmente non arrivano a tutti allo stesso modo: in un'ora si puó chiamare alla lavagna tutta la classe? Con l'esercizio domestico almeno ci si rende conto di quanto capito, sempre che poi alla scrivania non si siedano i genitori o i nonni, allora la musica é diversa. Non sono i genitori chiamati a leggere, capire e ripetere un capitolo del libro di testo; la ricerca non va scaricata, stampata, sottolineata, riassunta dal solerte adulto che cosí alleggerisce il sovrumano peso, no!
 I bimbi hanno tutte le capacitá per affrontare l'immane ostacolo, lo sa bene il docente, ma se falsiamo le carte, se cambiamo le regole, come ci si deve regolare?
 Se la maestra - ad esempio - non finisce di leggere una storia, ma assegna un compito in merito, sa bene cosa sta facendo, non puó l'adulto prevenire, terminare, completare la lettura o no?
 Cercare alcune notizie su un personaggio storico, non equivale a copiare e incollare tutto quello che l'Enciclopedia Libera ci propina in venti pagine!
 Il lavoro nobilita l'uomo, lo studio insegna a piccoli passi ad affrontare le prove e ad essere giudicati per quanto sofferto sulle sadate carte, lo ha scritto anche Giacomo

Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte

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