Anche nei bar o nei pub, si immortala quello che si é scelto di bere: più é strano, ricercato, di dimensioni notevoli e più lo scatto é ben servito; l'altro giorno é capitato anche a me, di immortalare la mia dolce metà dietro ad un bicchierozzo di birra, per un'innocua presa in giro di famiglia, tanto per mostrare il lato oscuro di un'uscita anonima.
Allora pensavo che siamo un po' tutti ossessionati dalla forma fisica, dalla linea, dalla silhouette e ci disperiamo per i chili di troppo, le maniglie dell'amore o la pappagorgia, poi però zac! Usciamo a cena, per una bevuta e dimostriamo il nostro peccato, lasciamo traccia della caduta golosa: per suscitare invidia, ruzzicarella, per divertirci, prendere in giro.
Si condividono leccornie enogastronomiche con i colleghi del lavoro ad esempio per sghignazzare, riderci su: un comportamento poco adulto diciamo, cameratesco, che poi é oggetto di dispute, scambi culturali e di informazioni sul locale più giusto, economico, casareccio, ma é una pratica che piace, diverte e innesca un confronto con tanto di immagini che parlano da sole...
Certo che quando scorrono quelle meravigliose immagini di dolci, dolciumi, biscotti, pasticcini, torte che sembra facilissimo - ma non lo é, perché si parla di arte dolciaria - eseguire, guarnire, inzuccherare, infiocchettare e tagliare... Altro che vertigini golose, la bilancia mi si sballa da sola!
Chissà perché si é arrivati all'immagine del cibo così prepotente, preponderante, che invoglia, sfida o semplicemente cerca consensi, strappa risate, ma anche un po' di rabbia e frustrazione, desiderio di mangiare senza ingrassare, vedere e non toccare, ci facciamo del male?
Il cibo, lo amiamo o lo odiamo, comunque é parte di noi e della nostra galleria fotografica!
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