Mi spiego meglio: remissivo, tranquillo, accomodante oppure esigente, incontentabile e ipercritico, questa la doppia opzione dell'indole di chi viene ospitato in casa, ci sia o no confidenza.
Mangiate quel che c'è, lasciate scegliere alla padrona di casa, oppure richiedete un menù specifico o almeno rivelate apertamente quello che non mangiate o digerite o non sopportate? E di rimando, quando invitate qualcuno chiedete cosa preferisce o andate a naso, preparando ciò che vi viene
meglio, il vostro cavallo di battaglia?
Ma anche, mettete a suo agio chi vi viene a trovare o procedete con le vostre abitudini?
Una volta, ero a casa di amici per cena, tutto bene fino a quando non hanno messo una musica di sottofondo orribile, un cantante che poco mi piace per di più vecchie canzoni volgari col doppio senso incluso che mi hanno messo in forte imbarazzo.
Anche la nanna dei pargoli diventa problematica: si rimane in silenzio in salotto, si esce di casa, ci si imbavaglia...
Oppure la luce soffusa o diffusa, morbida o sparata?
Mi accontento delle scelte altrui, perché mi immedesimo nello sforzo di preparare e voler raccogliere una buona figura, per non mettere in difficoltà chi ha organizzato il tutto, porto pazienza, però ci sono persone che senza peli sulla lingua criticano, contestano o sottolineano gli sbagli; senza parlare di chi appena viene servito, assaggia e comincia a trovare qualche pecca, qualche difettuccio e sciorina la sua ricetta, il suo segreto, la sua soluzione, naturalmente migliore del risultato in tavola...
Anche la scelta di un locale diventa un rompicapo, se si é in compagnia di persone - diciamo - difficili: il fidanzato di una mia amica, anni or sono, ha messo becco su una mia scelta, perché contestava un piatto che non gradiva affatto, poi quando si sono sposati... Lei ha scelto per lui lo stesso! Mah...
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