Questa volta sul palco si parla di vecchiaia, riposo, futuro, amicizia e soprattutto legami familiari.
Al Parco comunale delle Paperelle, spettacolo teatrale in prima visione: pubblico delle grandi occasioni, tanto che pur arrivati con largo anticipo non troviamo posti a sedere con buona visuale, niente, si rimane in piedi.
Casa di riposo, della terza età, soggiorno, Villa Arzilla insomma, con un dottore un poco confusionario, un infermiere che prende tutto con molta calma e un prete con scarsa vocazione religiosa: protagonisti due anziani, uno signorino e solo per scelta, l'altro abbandonato dal figlio e dalla nuora, mai veramente accettata.
Dante con la scusa delle vacanze é stato parcheggiato nella struttura per soli quindici giorni, che sono diventati quattro anni, medita dunque una bella vendetta contro il figlio e sopratutto la nuora, troppo attaccati ai suoi soldi.
Battute pungenti che fanno ridere a denti stretti, si gioca e si scherza sul male della nostra società, la solitudine e non ci si consola con i parenti stretti, anzi!
La scena non cambia mai: una stanza con due lettini, un frigorifero e qualche scaffale, ma agli ospiti non servirebbe altro che un po' di compagnia per ingannare le lunghe giornate in struttura, si ragiona di anni passati, scelte compiute, frutti raccolti e atteggiamenti sconcertanti, ma questa é ora la vita.
Bravi tutti, in particolare Alessio nel ruolo del dottore con qualche tic di troppo, che tanto ricorda il Verdone dei tempi migliori, quello saputo, dai nomi improponibili di malattie e rimedi: non sembra molto ferrato nelle sue diagnosi, anche se l'infermiere non fa che elogiarlo e ricordare quanto costi un suo consulto, ma poi la verità viene a galla per tutti e la giustizia trionfa... Almeno in teatro!
Mi scuso per le pessime foto, ma ero distante dal palco e la mia attrezzatura non é professionale.
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