giovedì 17 agosto 2017

IL PAESE DELLE BANANE

 Ed eccomi a rimuginare a tarda notte della realtà quotidiana, perché a volte quando meno te lo aspetti ti si conficca una spina nel fianco che non molla, una fregatura che ti rode il fegato e non ti lascia proprio riposare.
 E tutto quel che credi, quel che hai sempre sostenuto ti crolla come un castello di carte, perché non bastano i sani principi e nemmeno i tuoi valori morali, no. Tutto andato a putt@%£.
 Agli altri i fatti, a te le vuote parole, che non hanno valore assoluto, ma solo ammorbidente.

 Ho un sogno:
vorrei che ogni persona capace e dotata di particolari attitudini trovasse un impiego nel posto in cui desidera vivere e non che si dovesse trasferire in volontario esilio in terra straniera per sentirsi libero e autonomo;
vorrei che ognuno fosse libero di realizzare i propri desideri, che non fosse legato da lacci familiari o di discendenza;
vorrei che fosse più importante un titolo accademico che uno nobiliare;
vorrei che fosse riconosciuto l'impegno di chi ha studiato di giorno e lavorato di notte per arrivare alla meta;
vorrei che la conoscenza della materia valesse più della conoscenza delle persone;
vorrei che tutti mettessero in pratica quanto scritto nei Principi Fondamentali della Costituzione;
vorrei che tutti avessero diritto ad un lavoro dignitoso e retribuito;
vorrei che si inaugurasse un posto agibile e fruibile, non che dopo l'inaugurazione tutto rimanesse sprangato e ammuffito;
vorrei che i miei figli fossero orgogliosi dei genitori e del lavoro onesto e non pensassero mai in vita loro che sarebbero vissuti meglio se avessero avuto un padre e una madre diversi;
vorrei che tutti ricevessero lo stesso trattamento, che non ci fossero per alcuni le stelle e per altri le multe.


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