mercoledì 23 agosto 2017

CICCIA? NO, OTTUSITÀ

 Che la pubblicità sia l'anima del commercio é risaputo, che in questo mondo globale bisogna sapersi distinguere é noto, che il messaggio sia forte e chiaro é indubbio, che il corpo femminile attiri molta più attenzione di qualsiasi altro soggetto é innegabile, che la forma fisica sia una necessità universale é appurato, ma...
 Che sui social si parli del tuo capoluogo per certe volgarità proprio no!
 E non voglio ergermi a bacchettona, fuori tempo massimo, matusalemme della comunicazione, ma quando ho constatato di persona e fotografato tale soggetto, un cartellone enorme vicino alle mura medioevali, beh, un tantino di prurito culturale mi é venuto!
 La parolaccia che si legge perfettamente, l'esclamazione dialettale e poco signorile accostata ad una bella ragazza, che tra l'altro ha pure un'espressione innaturale, però ci leggo anche una certa volgarità maschile e maschilista, un modo di dire che purtroppo ho sentito ripetere da uomini nei confronti di una donna, un apprezzamento poco sentimentale e molto carnale, diciamo.
 Non la accetto, questa pubblicità mi indigna.
 Peccato però che il mandante abbia raggiunto il suo scopo, sia riuscito a far parlare di sé, della sua attività a livello planetario, perché il manifesto é stato subito fotografato e condiviso sui social: certo, é scattato immediatamente il coro di proteste, lo scambio di emozioni, qualcuno ha approfittato per rimarcare il proprio orgoglio indigeno...
 Non mi offende la patria comune, mi offende che qualcuno ancora usi questi giochi di parole di bassa lega e che tanti ci si divertano...

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