sabato 22 luglio 2017

VENDESI, AFFITTASI, CEDESI...

 Era un po' che mi frullava per la testa questo tema, l'articolo era già previsto da qualche tempo, perché quando mi alleno incontro tante saracinesche abbassate, una tristezza economica unica.
 Solo su circuito cittadino, strettamente centrale, non che sia andata a scovare altri esercizi lontani dalla piazza, si può constatare quanto soffrano i nostri imprenditori, coloro che avrebbero voluto portare avanti un'attività che invece poi sono stati costretti a chiudere.
 Molti locali prendono vita solo in un determinato momento dell'anno, quando si riempono di oggetti artistici e artigianali, opere d'arte; peccato che si tratti di un solo mese in corrispondenza della Sagra delle Castagne, da metà settembre in poi, ma dopo?
 Non che esistano formule magiche, si parla in continuazione di crisi globale, concorrenza estera, prodotti cinesi a basso costo, sottocosto, treperdue...
 Però se non si trova una soluzione reale, seria, ponderata, giusta rischiamo di impovererire sempre più i piccoli centri urbani: si chiude, non si forniscono determinati servizi, le persone sono costrette a rivolgersi ad un altrove reale o virtuale, nel peggiore dei casi si preferisce cambiare residenza, si tolgono le tende, si leva l'ancora per trasferirsi vicino a comodità, modernità, civiltà.
 E le case perdono di valore, i centri storici languiscono, crolla il mercato immobiliare, nessuno investe più nel mattone collinare...
 Qualcosa si potrebbe fare, ad esempio rimanere a spendere i propri soldi nel paesello: sarebbe opportuno non sconfinare per comprare beni o prodotti che si trovano anche qui, certo magari il prezzo é lievemente superiore, ma ci si può muovere a piedi, senza mezzi e in qualsiasi momento ritornare; quando si diventa clienti abituali poi gli sconti arrivano senza chiedere troppo a lungo.
 Sarebbe opportuno anche non esagerare con i costi di affitto: giusto non rimetterci i soldi per i proprietari, ma strozzare chi vuole lanciarsi in una nuova avventura no...
 Ancora, direi che sono da valorizzare e prendere da esempio anche i giovani che scelgono un mestiere antico, trasformandolo magari in qualcosa di artistico e in questo i social fanno miracoli...
 Per non parlare di chi si dedica alla campagna, ai prodotti biologici: compriamo consapevole, a chilometro zero e soprattutto prodotti di stagione, della nostra terra.















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