domenica 30 luglio 2017

VALENTINO, BASTA IL NOME

 Questa mattina presso la sala conferenze al primo piano di Palazzo Chigi - Albani Valentino ci ha illuminati d'immenso rinascimentale del paesello e non solo: una chiacchierata storico-artistica sulle bellezze monumentali dal Cinquecento all'Ottocento, da Papacqua al Duomo, passando per chiese diroccate, affreschi perduti e conventi non più esistenti, di cui però manteniamo il ricordo grazie solo alle sue foto "scandalose". Così li definisce Valentino, i suoi scatti realizzati con una scatola con il buco dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, quando giovane appassionato di questi luoghi girava per studiare e per documentare i Beni esistenti, ma con i pochi mezzi allora a sua disposizione.
 Queste immagini sono naturalmente confluite nella sua ricca raccolta, che comprende foto, cartoline d'epoca e diapositive, un repertorio immenso ed esauriente di tutto quello che c'è da amare e conservare, da ricostruire e valorizzare qui, alle falde del Cimino.
 Si scusa Valentino perché la sua memoria non é più come quella di una volta e per l'occasione ha preparato immagini e testi da leggere insieme; anche la voce é più bassa, ma lo stesso perfetta nella passione di definire ogni manufatto pregevole.
 E così scopriamo un'interpretazione accattivante dei gruppi scultorei voluti dal Madruzzo, come un possibile tema di laurea, sempre strabiliante Valentino.
 La chiacchierata scorre piacevole, una panoramica dello sviluppo urbanistico del paesello collinare sempre più imponente, ma artisticamente valido, fino alle ville periferiche, quelle ora private.
 Amore per l'Arte nelle sue diverse forme, rispetto per la Storia e Studio costante, questi i punti forza di un uomo che ha dedicato anni e fatiche alla sua passione e che ancora ha tanto da insegnarci, grazie Valentino.








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