Lunedì pomeriggio ore 18, sala conferenze gremita, si sono alternati relatori in cattedra, toccava a Dacia Maraini, una delle scrittrici italiane che preferisco.
Bella donna, non più giovane, ma molto giovanile, lo stesso trucco agli occhi di sempre, quella matita celeste che li risalta in modo favoloso. Ero emozionata, perché mi sono seduta in fondo e lei era vicino a me in attesa del suo turno, avrei voluto chiederle tanto, invece sono rimasta seduta zitta zitta e nella fretta di uscire da casa, non avevo neanche portato i miei libri da farle firmare.
La conferenza è durata più di un'ora: la scrittrice ha parlato a trecentosessanta gradi dalla morale al teatro, dalla lingua italiana a D'Annunzio, alternandosi con il moderatore e un'attrice, con cui la Maraini ha collaborato e di cui si pubblicizzava il libro.
Alla fine delle parole l'attrice è salita sulla cattedra insieme ad una musicista ed ha improvvisato il racconto del mito di Atteone e Diana, magnifica capacità di ipnotizzare e catturare l'attenzione, il corpo in movimento strabiliante.
Ottimo pomeriggio, intenso, con la Maraini in splendida forma: non sono riuscita ad accaparrarmi una copia dell'ultimo libro, ho comprato allora quello sul teatro e la natura e l'ho fatto firmare a tutte le donne che si sono alternate "sul palco".
Foto rubate dal profilo FB del CUBO FESTIVAL - RONCIGLIONE
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