Era lì, proprio solo, abbandonato da tutti, disprezzato, lasciato al caldo.
Mi sono avvicinata furtiva, l'ho guardato in modo accattivante, fumava: bianco, morbido, come piace a me. L'ho preso tra le mani, girato e rigirato, non volevo consumarlo interamente, non mi va di passare per la solita insoddisfatta, che non vede l'ora di mettere le mani avanti e appropriarsi della roba degli altri, però che spettacolo!
Poi ho chiesto, ma nessuno mi ha risposto e siccome non volevo lasciarlo freddare di nuovo, l'ho fatto mio e avidamente l'ho divorato.
Proprio così, tutto io, da sola, in cucina, anche se non avevo poi così tanta fame, però il purè di patate avanzato dalla sera prima me lo sono spazzolato con immensa gioia!
Jan Steen, Ragazza che mangia ostriche, 1658-1660 circa, olio su tavola (arrotondata in cima), cm 20,5 x 14,5. L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis dono di Sir Henri W.A. Deterding, Londra, 1936.
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