venerdì 11 dicembre 2015

L'ALBERO "PALLOSO" CHE INDIGNA

 Con sommo dispiacere, una mia amica mi invita a leggere l'articolo sul giornale locale che tratta dell'indignazione dei compaesani per l'albero "palloso" che proprio non piace, crea discordia, malumore, insofferenza, anche sui social network, tanto che si interpella il sindaco in persona per la rimozione e la sostituzione di cotanto obbrobrio.
 Rimango basita, interdetta, sorpresa e poi mi arrabbio e comincio il comizio - che qui non trascrivo nella totalità, non vorrei tediare.
 Ma è mai possibile che con tanti problemi seri da risolvere, nel paesello ci si interroghi - perdendo il sonno - sulla questione albero tecno sì o no?
 Ormai è stato montato, festa dei bambini con tanto di girotondo, foto-ricordo e tra qualche giorno si potrebbe addirittura smontare per lasciare spazio ad altro?
 Ma chi paga codesto lavoro extra e un altro albero?
 Vogliamo indignarci e prendere provvedimenti per le famiglie bisognose in tempi natalizi, per la campagna vaccinazioni, per il traffico impazzito e la sosta selvaggia, il mancato rispetto dei parcheggi per disabili, quando addirittura la totale assenza - leggi Piazza Centrale, per la raccolta differenziata non seguita, l'immondizia abbandonata, la riqualificazione del centro storico, l'abusivismo edilizio, lo sperpero di denaro pubblico, etc etc
 Occupare spazio giornalistico con siffatto argomento non rende merito all'intelligenza della popolazione, a mio modesto parere, pensiamo ad altro e soprattutto agiamo, che è meglio!

C’era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne.
Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: “Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”.
Appena l’ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l’occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.


Il presepe di Greccio, nella Basilica superiore di AssisiGiotto (attribuzione), 230x270 cm, 1290-1295 circa



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